Il 16 novembre scorso si è riunita l’assemblea dei soci della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. Sul tavolo, la proposta avanzata dal Presidente dell’assemblea dei soci Gioacchino Messina riguardante la nomina di 17 nuovi soci. Tra i nomi proposti: Nicoletta Menichetti, Maria Luisa Salvadori, Ivano Mocetti e Fabrizio Figorilli e i consiglieri di indirizzo designati dagli Enti non soci, Andrea Giordano (vice-presidente), Vincenzo Cecci, Sergio Finetti, Marco Fratini, Alberto Coppotelli e l’attuale segretario Massimo Caprasecca. La maggioranza dei soci presenti ha però bocciato la nomina di tutti i consiglieri di amministrazione, d’indirizzo e del segretario.
L’articolo, apparso sul Corriere dell’Umbria, ha creato sconcerto tra i diretti interessati e ai vertici della Fondazione che, con una nota stampa, hanno voluto fare alcune precisazioni. Riportiamo di seguito il comunicato diramato:
“Gli attuali soci della Fondazione sono 31, di cui 5 sospesi dal voto, per i motivi di cui appresso. Da questo, discende che la maggioranza dei Soci dell’assemblea è pari a 14. Dall’articolo, inoltre, si evincerebbe che la volontà, espressa nella votazione del 16 novembre 2018, sia quella dell’Assemblea, nel suo complesso, e non quella dei soli soci intervenuti, in tale occasione.
Nell’articolo vengono assimilati l’attività ed i poteri dell’assemblea della Fondazione a quella del pari organo delle società di capitali, giungendo ad improprie conclusioni, prive di rilevanza normativa. Non è così. Una corretta analisi del funzionamento della Fondazione non può prescindere da una complessiva e coordinata lettura dei ruoli conferiti al consiglio di indirizzo, al consiglio di amministrazione ed alla più volte ricordata assemblea.
Appare ancor più criticabile l’affermazione relativa al tentativo di blindare l’assemblea dei soci. Sarebbe stato sufficiente verificare, nel sito della Fondazione, il testo dello statuto che, con una precisa disposizione raccolta nell’art. 13, dispone che ‘In caso di nomina in un organo della Fondazione o di assunzione della funzione di Segretario, la qualità di socio è sospesa per tutto il tempo di durata dell’incarico, non computandosi il periodo di sospensione nel calcolo del periodo di durata della qualità di socio.’
Desta perplessità constatare che non sia stata svolta una minima indagine, o ricerca, sugli esiti della precedente riunione dell’Assemblea del 26 ottobre 2018, che ha visto approvato il Documento Programmatico Previsionale, per l’anno 2019, all’unanimità. In questa ultima occasione, sono state ampiamente illustrate le azioni poste in essere dall’attuale consiglio di amministrazione, per ridurre al minimo l’incidenza dei costi di gestione, operando tagli in tutte le voci di spesa, nessuna esclusa. Ovviamente, sono stati diminuiti, di un 20%, anche i compensi degli organi sociali, peraltro da sempre nella media delle indicazioni dell’Acri.
Basti pensare che la riduzione degli oneri complessivi, dal 2016 al 2018, è prevista per euro 426.000 (- 37,74%) e, dal 2017 al 2018, per euro 246.000 (25,89%). Il tutto, su un totale consolidato dei costi, al 31 dicembre 2016, di euro 1.130.000. E’ stata posta in liquidazione la società strumentale, a suo tempo creata, per evitare inutili duplicazioni di costi. Per favorire i contributi sul territorio, il consiglio di amministrazione ha rinunciato ad eventi di interesse della Fondazione.
Nel contempo, il consiglio di amministrazione ha introdotto forme di controllo sempre più estese, per evitare conflitti di interesse. Il tutto, per non parlare della designazione dei consiglieri nell’ambito della Banca conferitaria, prescelti tra soggetti di comprovata esperienza di settore. Il consiglio di Indirizzo ha approvato, a valle della citata riunione assembleare del 26 ottobre 2018, il Documento Programmatico Previsionale per l’anno 2019.”