Posta la Libreria Dei Sette
CHIUDE LA LIBRERIA DEI SETTE. SALUTO ALLA CITTÀ
Sabato 24 novembre, alle 11.30, nell’atrio del Palazzo dei Sette, Riccardo Campino, il titolare della storica Libreria dei Sette in un incontro pubblico annuncerà la prossima chiusura definitiva dell’attività, prevista per il prossimo 24 dicembre, spiegando le ragioni che hanno portato a questa decisone. Qui il comunicato della Libreria dei Sette.
Commento di Dante Freddi dispiaciuto
Ieri, a proposito di un post in cui si trattava di “svendita del Palazzo dei Sette”, rilevavo che il piano terra è occupato dalla Libreria dei Sette e che di quella “occupazione” non si parla dai tempi di Cimicchi, che ne fu sostenitore, oltre una ventina d’anni fa. Oggi la gestione della Libreria annuncia la chiusura il 24 dicembre e imputa la decisione alla mancanza di clienti, dovuta, oltre ai motivi d’ordine generale, anche al Comune che pretende un affitto di 31mila euro annui e al fatto che nel centro storico non salgono più cittadini quanto vent’anni fa.
I proprietari della libreria sanno certamente fare i conti e se un fatturato di oltre seicentomila euro è messo in crisi da qualche migliaio di euro che il Comune potrebbe togliere all’affitto, l’attività effettivamente non è produttiva. L’affitto, rispetto a quello che pagano i commercianti di Corso Cavuor , è modesto. Se si considera lo spazio occupato è addirittura irrisorio, rispettoso dell’attività culturale della libreria. Comunque, se non si vuole essere tacciati di “svendere” i beni del Comune, sarebbe il caso di individuare delle destinazioni adatte al locale, tra cui certamente la libreria, e costruire un bando per la concessione in affitto. D’altro canto non è neppure immaginabile tornare indietro nella pedonalizzazione del centro storico, come sembra auspicare il comunicato stampa della Libreria dei Sette . A ben pensarci, ventiquattro anni fa, quando iniziò la gestione Campino, in meno rispetto a oggi ci sono soltanto i parcheggi in piazza del Popolo e quelli in sosta selvaggia, in più quelli di via Roma e della Piave. Dove va e dove viene. È che, purtroppo, è difficile andare contro i nuovo trend di fruizione dei centri storici, qui e in tutta Italia. A Orvieto centinaia di appartamenti sono case vacanza o B&B, molti sono abitati da anziani, molti sono inutilizzati.
In tutta questa vicenda c’è un velo di tristezza e il mio pensiero recupera ricordi cari, quando lì, nella libreria del caro Enzo Fusari, ci si incontrava, si chiacchierava, si sfogliavano gratis i giornali e quando c’erano i soldi si comprava qualche libro. E si era giovani.