2-22.11.2018 Posta Maria Flavia Timperi
“La soap opera stabilisce una forte fidelizzazione con il telespettatore, frutto della sua cadenza giornaliera”. E allega la foto che appare in apertura.
COMMENTO di Dante Freddi costernato
Simpatico il commento ai due manifesti, casualmente appaiati, postato dal consigliere Timperi, che ha offerto la definizione di soap opera, raffinatamente riferita ai contenuti del manifesto della destra orvietana.
I partiti e movimenti all’opposizione a Orvieto costruiscono un tipo di comunicazione che fa leva sul cartello in giallo “Svendita Orvieto” e sotto indica il colpevole “Germani”.
In svendita sarebbero Palazzo dei Sette, il vecchio Santa maria della Stella, Palazzo dei Congressi.
Il messaggio è coerente con la soap opera che recitano i consiglieri di destra, sperando nella fidelizzazione del loro pubblico, a cui inviano un messaggio discutibile, in parte addirittura falso, confidando nel tifo più che nella ragione dei loro interlocutori, nella continuità più che nella sostanza.
Il vecchio ospedale è infatti proprietà della Regione e Germani non può nulla, non dipende dal Comune. Sarebbe utile in questo caso che deputati e consiglieri regionali di destra, il nuovo potere della Regione, si adoperassero per …cosa? Cosa vuole la destra locale per il Vecchio ospedale, qualcosa di serio però? Nessuno lo sa, neppure loro e gli anni del governo destrorso della città ne sono la certificazione.
Il Palazzo dei Sette dovrà trovare una destinazione coerente con la definizione del brand di Orvieto ed è necessario utilizzarlo al meglio, senza fermarsi a cosa c’è ora e come è ora. Magari ci fosse qualcuno disponibile a realizzare un progetto di valorizzazione, pensando anche alla Galleria del Moro, di cui si parla da anni. Per ora ha trovato sede nel piano superiore Cittaslow, di cui Orvieto è capitale, che è doverosamente dignitosa. Il piano terra è occupato da una libreria, un’attività imprenditoriale, importante culturalmente come ogni altra libreria, ma posizionata in un luogo privilegiato rispetto ai colleghi. Sarebbe utile discuterne, dato che non se ne parla più dai tempi di Cimicchi.
Il Palazzo dei congressi cerca un gestore che sia affidabile e non è in svendita, ma alla ricerca di un ruolo di promotore di convegni, fino a ora mai avuto. Il Comune non è stato capace di farlo, così come gli imprenditori del turismo che ci provarono. Qualcuno lì pesca nel torbido, è possibile, ma non è certo Germani, altrimenti le destre ne avrebbero fatto un punto di forza molto più specifico e aggressivo e documentato.
Insomma, una soap opera debole, scritta da chi, dal 2009 al 2014, ha venduto tutto quanto era possibile, compresa la Farmacia comunale. La Piave non è stata venduta perché nessuno l’ha voluta, ma per anni ha fatto quadrare il bilancio.
Forse non basta raccontare la stessa nenia ogni giorno per farla diventare vera. Speriamo.