di Valentino Saccà
ORVIETO – Con in concorso 15 corti e 8 lungometraggi, fuori concorso altri 8 lunghi e un corollario artistico-culturale tra teatro, fotografia, pittura e musica, si è chiusa la 3A edizione del Festival dei Diritti Umani, dal 1 al 4 novembre, prima edizione svolta nella città di Orvieto. In questa quattro giorni di visioni, incontri e spettacoli il direttore artistico Francesco Cordio ha sottolineato più volte la mission dell’evento, ovvero quella di unire abbattendo barriere separatiste e aprire sé stessi e la propria nazione all’umanità tutta.
I temi trattati nel corso del festival sono stati svariati, dalla disabilità con il docu-film Be kind (premio al giovanissimo protagonista Nino Monteleone), al rapporto madre-figlio nell’asciutto ed essenziale Sembra mio figlio di Costanza Quatriglio, dalla figura della donna nel XX secolo in Lievito Madre di Concita De Gregorio e nell’emozionante Arrivederci Saigon di Wilma Labate, fino al tema dei rifugiati, nodo fondamentale che ha attraversato diverse opere presentate, tra cui Iuventa, sull’omonima nave O.N.G. ancora sotto sequestro, e il cortometraggio Frontiere.
A sorpresa ha però trionfato come miglior lungometraggio di questa edizione 2018 il documentario Alla salute, sorta di diario personale sul decorso tumorale e la rinascita dopo la sconfitta della malattia, raccontato in prima persona dal food-performer Nick Difino.
Nel settore cortometraggi la corona di vincitore è stata data all’iraniano Breathing. Tra gli incontri speciali il 31 ottobre Ilaria Cucchi ha ricevuto il premio Antigone per i Diritti Umani, e il film Sulla mia pelle (relativo al caso Cucchi) è stato proiettato in doppia sala al cinema Corso di Orvieto domenica 4 novembre, decretando un record di presenze.
Inoltre come non menzionare tra gli eventi teatrali l’opera quasi rock di Arturo Annecchino Missalaika, svoltasi sul palcoscenico del Teatro Mancinelli sabato 3 novembre, unico spettacolo a pagamento per un intero festival free. Orvieto con Human Rights International Film Festival ha potuto respirare a pieni polmoni i valori dell’umanità tutta, sotto svariate forme artistiche e culturali, regalando un boom di presenze quasi sbalorditivo, che ci auguriamo venga puntualmente rinnovato, con una crescita sempre maggiore, nelle prossime edizioni.
(Foto di Veronica Colella)