ORVIETO – Laddove non arrivano le Istituzioni o la Chiesa arriva l’umanità della gente che di fronte alla solidarietà non si tira indietro ma allunga la mano. Non per prendere, per dare. Dare col cuore, dare senza ricevere, dare per aiutare chi non ha difese. Così è successo all’Associazione di Beatrice Casasole “Diamoci una mano” che, dopo mille appelli, è riuscita ad ottenere finalmente un magazzino dove poter stoccare la merce destinata alla gente bisognosa. E l’aiuto è arrivato da un’imprenditrice orvietana Mara Vespi che, evidentemente colpita dalla situazione, ha deciso di agire mettendo il cuore prima di ogni altra cosa.
“Mi ha chiamata – racconta Beatrice – e mi ha proposto un magazzino allo Scalo che non le serviva più. Ha deciso di donarcelo, DONARCELO vorrei fosse scritto a lettere cubitali senza pretendere nulla in cambio. ‘A me non serve, ve lo mettiamo a disposizione con il cuore’. Queste parole mi ha detto, sono bastate per farmi scendere le lacrime e montare ancora di più la rabbia. Rabbia perché di fronte alle nostre richieste abbiamo avuto porte in faccia da tutti, dalle Istituzioni, dalla Chiesa. Da tutti quegli Enti che dovrebbero agevolare queste iniziative umanitarie. E, invece, è grazie all’umanità e alla solidarietà di una privata cittadina che da qui a qualche mese (il tempo di fare dei piccoli lavori di ristrutturazione) avremo finalmente una sede. Una sede che – tiene a precisare Beatrice – ci servirà all’unico scopo di accogliere in maniera decorosa la gente che ha bisogno di aiuto, di cibo, di vestiario, di beni di prima necessità.
Lì terremo tutta la merce che la gente ci donerà, per donarla agli altri, a chi, come noi, si è visto sbattere le porte in faccia. La nostra, però sarà sempre aperta. Ringrazio Mara per l’estrema umanità dimostrata e per essere soprattutto una persona per bene, nel vero senso della parola”. E’ questa l’umanità che fa ancora sperare, sperare pe run futuro migliore. “Io non ho nulla – dice Mara – ma il cuore, quello sì. E’ stata una scelta dettata proprio da quel muscolo che batte nel petto, non ci ho pensato sù due volte. Ho chiamato Beatrice e le ho proposto il mio locale. Tanto a me non serviva e allora perchè non metterlo a disposizione per un’opera umanitaria? Questo è un momento di difficoltà per tutti, e allora perchè non tendere la mano, perchè non mettere il cuore di fronte tutto? Io l’ho fatto, non è la prima volta che lo faccio. Lo farò sempre. Ma come me ci sono molte altre persone che non hanno niente. Ma hanno tutto, il cuore”.