“L’Umbria ha tutte le caratteristiche per diventare la culla dello Slow Tourism, un turismo che invita a riappropriarsi di tempi, luoghi, spazi e tradizioni locali per contrastare il fenomeno del turismo ‘mordi e fuggi’ e promuovere una modalità di viaggio lenta, fatta di spostamenti a basso impatto su un’area geografica limitata”: lo ha detto l’assessore regionale al turismo, Fabio Paparelli, intervenendo stamani alla Borsa italiana del turismo e cooperativo ed associativo in corso a Perugia, approfondendo il tema “Elogio del turismo lento. Prospettive di sviluppo tra borghi, cammini e identità culturale dell’Italia da scoprire”.
“Il turismo leggero e sostenibile – ha aggiunto Paparelli – è una grande opportunità, anche come volano economico, per i piccoli borghi che rappresentano non solo uno stile di vita, ma anche una scelta di viaggio. Da qui l’impegno che come Regione Umbria abbiamo messo per valorizzare lo straordinario patrimonio rappresentato dai Cammini dell’Umbria, con l’obiettivo di innovare, specializzare e integrare l’offerta nazionale e regionale, accrescendo la competitività del sistema turistico intorno a tre elementi fondamentali che sono la sostenibilità, l’innovazione e l’accessibilità, intesa come permeabilità fisica e culturale. Tutto ciò – ha sottolineato – grazie ad un lavoro di squadra che ha messo in rete le competenze del sistema regionale: da Sviluppumbria agli Iat, ai Consorzi di promo-commercializzazione, Comuni e Uffici Regionali.
Il credere fortemente allo sviluppo del prodotto turistico legato ai Cammini ha portato inoltre la Regione Umbria ad assumere un ruolo significativo, di collante e di proposizione, nell’ambito del ‘sistema’ delle Regioni del Centro Italia, fino a diventare capofila e coordinatrice del progetto In IT.inere, che ha visto in partenariato Umbria, Toscana, Lazio, Marche e Abruzzo.
Un modello innovativo – ha sottolineato Paparelli – su cui l’Umbria ha puntato, insieme alle altre Regioni, per valorizzare e arricchire un’offerta di viaggio che si colloca fuori dai circuiti del turismo di massa, sempre più alla ricerca di esperienze autentiche, di un rapporto vivo e profondo con la natura, il paesaggio, l’ambiente, le produzioni e le popolazioni locali, lontane dal turismo di massa”.
Entrando in dettaglio sul tema dei Cammini, Paparelli ha ricordato che l’Umbria ha rappresentato l’intero Centro Italia nel Comitato Nazionale Cammini ed è stata referente del Coordinamento turismo delle Regioni italiane per la realizzazione dell’Atlante nazionale dei Cammini, che oggi include 46 cammini di cui dieci umbri. In particolare la Via di Francesco e il Cammino di Benedetto risultano tra i percorsi di maggior rilievo a livello nazionale, tanto da essere oggetto di specifiche misure, deliberate dal CIPE, per interventi strutturali fino al 2019.
Soffermandosi poi sui risultati turistici della Via di Francesco Paparelli ha detto che “dal 2015 al 2017 c’è stato un aumento del 35% del numero di camminatori sulla Via di Francesco. Il sito web viadifrancesco.it riceve circa 250 mila visitatori al mese, con una permanenza media di 8 minuti. Dal 2015 al 2017, la Via di Francesco ha triplicato il numero di visitatori da Usa, Netherland, Germania, Austria e ha raddoppiato quelli del Brasile”.
“E’ di poche settimane fa – ha proseguito – la consegna del premio internazionale Destination of sustainable cultural tourism a Cipro, superando perfino il noto cammino di Santiago. Dati che confermano che stiamo percorrendo la giusta strada.
A maggio scorso – ha aggiunto – dieci comuni hanno firmato un protocollo d’intesa per il potenziamento dell’Ippovia slow sulla Via di Francesco per offrire agli appassionati di un turismo slow. Le esperienze di successo sperimentate sulla Via di Francesco sono attualmente applicate a tutta la rete regionale dei Cammini. In un’ottica interregionale, partendo dai Cammini, in futuro ci potrà essere spazio anche alle vie del vino, del gusto, i percorsi dell’amore, del benessere, dell’eleganza; la vacanza attiva e lo sport outdoor. Siamo dunque di fronte ad obiettivi ambiziosi che puntano a potenziare la nostra offerta turistica e a dare valore al posizionamento del marchio Italia ancora troppo debole sui mercati internazionali. Insomma un cammino che, ne sono sicuro, ci porterà lontano”.
Facendo infine il quadro delle azioni svolte dalla Regione Umbria nell’ambito del turismo legato a Cammini, definiti nella nuova legge regionale vero e proprio prodotto turistico, Paparelli ha ricordato che nel 2017 è stata approvata una prima sistematizzazione della realtà regionale individuando nella Rete dei Cammini dell’Umbria (RCU) uno dei capisaldi delle politiche turistiche regionali, con riferimento a tutti i tracciati già sviluppati o in via di sviluppo (Via di Francesco, il Cammino di Benedetto e la Via Lauretana, Via Romea Germanica, Via Amerina, Cammino dei Protomartiri francescani, Italia Coast to Coast ecc.) e delle loro interconnessioni con gli altri Cammini sul territorio nazionale e interregionale.
Lo scorso anno inoltre è stato sottoscritto tra le Regioni Umbria, Toscana, Marche, Emilia Romagna e Lazio con il Mibac un Accordo di Programma Quadro con il Governo per la realizzazione degli interventi infrastrutturali sui percorsi dei “I Cammini religiosi di San Francesco, San Benedetto e Santa Scolastica”, il cui obiettivo è la realizzazione di percorsi di livello nazionale omogenei per qualità del tracciato, unitarietà di immagine e servizi che consentano di avviare un’azione mirata di promozione a livello internazionale.
L’accordo prevede interventi finanziati con il Fondo si Sviluppo e Coesione 2014-2020 che mette a disposizione circa 19,5 milioni di euro complessivi per opere infrastrutturali sulla Via di Francesco, il Cammino di San Benedetto e la Via Lauretana, da affidare entro dicembre 2018 e da concludere entro il 2022. La Regione è diretta beneficiaria delle risorse, circa 5 milioni, e i Comuni coinvolti nei percorsi sono complessivamente 22. Lo scorso 7 novembre la Regione ha presentato al Ministero il programma degli interventi articolati su due priorità: la messa in sicurezza e il miglioramento degli standard dalla luce dei criteri dell’Atlante dei Cammini e gli interventi volti a migliorare la fruibilità, l’accoglienza e i servizi.
La Borsa italiana del turismo cooperativo ed associativo, creata dalle componenti turistiche delle tre principali centrali cooperative italiane (AGCICulturalia, Confcooperative Cultura Turismo Sport, CulTurMedia Legacoop) riunite nell’Alleanza delle Cooperative Italiane Turismo e Beni Culturali, proseguirà i lavori anche nella giornata di domani ad Assisi.
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