di Giuliano Santelli – Presidente della Consulta regionale della Protezione civile
In premessa vorrei ringraziare le strutture che per 18 lunghe ore hanno fatto fronte ad una emergenza che avrebbe potuto tagliare in due l’Italia. Polizia Stradale, Vigili del Fuoco, 118, personale tecnico e operativo di Società Autostrade e ultimi ma non ultimi i 40 volontari della protezione civile funzione associata dell’orvietano.
Proprio i volontari hanno svolto un lavoro di supporto encomiabile, migliaia di persone bloccate nelle loro auto, alle quali sono stati distribuiti generi di primo conforto, supportati nelle piccole grandi esigenze che potete immaginare, tenti bimbi piccoli e piccolissimi, uno aveva meno di un mese, sono stati scortati dai nostri mezzi al di fuori del blocco, alcune persone anziane con patologie assistite sul posto, ed un lavoro di assistenza morale e psicologica, fornendo in tempi reali informazioni sull’andamento delle operazioni.
Il punto però della mia riflessione è un altro. Abbiamo constatato che la pericolosità dell’Autostrada e di quel tratto in particolare è dovuto da alcune cause sia strutturali che insite nella composizione del traffico legato da una parte ai tanti mezzi pesanti (sui quali tornerò) e ad un tracciato che per le caratteristiche, lunghi rettilinei, ma soprattutto allo ormai smodato utilizzo che si fa dei telefonini e delle altre tecnologie che distraggono costantemente dalla guida.
La convinzione che si ha di pieno controllo del mezzo diventa un eccesso di sicurezza che fa passare in secondo piano la necessaria concentrazione che si deve avere nella guida. L’introduzione di norme più severe del codice della strada imporrà a tutti un diverso comportamento. In questo senso auspichiamo una maggiore stretta sui controlli che andrebbe fatta soprattutto nelle strade secondarie e in città. Siamo in uno strano Paese che ha bisogno di repressione perché si ottenga un comportamento corretto, purtroppo questo vale anche per tutti quei comportamenti che dovrebbero essere il succo del vivere civilmente.
Cause strutturali, da Orte a Firenze non esiste terza corsia, sarebbe un elemento oltre che di maggiore sicurezza un ammodernamento necessario rispetto ai volumi di traffico di una arteria, seppur migliorata, negli anni è cresciuto in modo esponenziale.
Traffico pesante, decine di miglia di autotreni solcano le nostre strade, il traffico delle merci viaggia sostanzialmente su gomma. Ferrovia, e “autostrada del mare” potenzialmente vere risorse, rappresentano solo una percentuale di traffico risibile. La definizione di un vero piano di trasporto ecosostenibile sarebbe la vera riforma necessaria. Interporti di scambio merci il potenziamento della viabilità orizzontale da costa a costa, rimane un sogno.
Una riforma del trasporto che ponga regole certe in tutta Europa, riforma sia fiscale che tariffaria, le scelte di un mercato che ha sostanzialmente ucciso le piccole e piccolissime aziende di trasporto a favore delle grandi aziende, la delocalizzazione di aziende di trasporto italiane in Romania, Slovacchia, Polonia, dove gli autisti costano la metà, le norme di circolazione che comportano turni di guida massacranti, spesso camion in sovraccarico, codice della strada che con le norme attuali non penalizza gli autisti provenienti dai paesi esteri dell’Est come in Italia.
Vi prego di leggere in questo senso i dossier dell’Espresso del gennaio 29 gennaio 2017, del 31 marzo 2018 e del 30 agosto 2018, dai quali emerge un quadro e un intreccio di come questo settore sia stato in gran parte destruttorato, delocalizzato in mano alle mafie. Per i piccoli “padroncini” italiani superstiti non rimane che correre, correre, per guadagnare quanto basta a sopravvivere e pagare le rate dell’autotreno. A questo si aggiunga il costo ambientale causato dall’inquinamento atmosferico.
Trasporti pericolosi. Se non ci fosse chiaro quante “bombe” circolano sulle nostre strade basta un dato empirico che abbiamo toccato con mano lo scorso 29 agosto. Sui 12 chilometri di fila prodotti dal drammatico incidente, abbiamo contato circa 40 camion con carichi di sostanze pericolose e infiammabili, abbiamo scoperto che esistono anche trasporti di metalli liquidi ad alta temperatura. “bombe” che transitano a fianco dei centri abitati attigui all’autostrada. Ma quanti circolano sulle strade normali, dentro Orvieto Scalo, Ciconia Sferracavallo? Un nostro volontario su questo aspetto a svolto la sua tesi di laurea, che anche se datata può essere un punto di partenza.
Qualcosa possiamo nel nostro piccolo? Bisogna potenziare i sistemi di controllo e monitoraggio, informare i cittadini dei rischi che corrono, installare sistemi di avviso e di all’erta. Potenziare i presidi della stradale, dei vigili del fuoco, scelte politiche sulle quali i comuni e le altre istituzioni dovrebbero dare battaglia. Una battaglia come quella che cittadini e istituzioni hanno saputo fare sulla discarica. Una unità di intenti che può risultare vincente. Autostrade per l’Italia. Le tante polemiche di questi giorni sulle quali non entro in merito, mi permetto solo di dire che in poco più di 24 ore i tecnici e gli operatori di autostrade hanno saputo ripristinare un tratto viario fortemente compresso da 2 incendi, rifatto il manto stradale, ripristinato guard rail e new jersei.
Autostrade 5° tronco in questo territorio ha favorito la formazione dei nostri volontari ha spesso dato supporto in emergenze come quelle dell’alluvione del 2012, ha messo a disposizione mezzi e attrezzature per il terremoto dell’Aquila, di Finale Emilia, dell’ultimo terremoto di Norcia dell’emergenza neve fornendo mezzi di supporto. Abbiamo avuto in comodato d’uso gratuito alcuni mezzi e attrezzature. Con la nostra struttura di protezione civile ha definito da tempo un piano operativo in caso di emergenza autostradale, formato volontari per il soccorso e l’assistenza alla popolazione. Spesso collaboriamo nella gestione della viabilità all’esterno dell’Autostrada.
Mi chiedo se qualcuno può dire della stessa disponibilità e efficacia di qualche altro ente, della capacità organizzativa e professionale, basta guardare lo stato delle nostre strade. Questa situazione è ascrivibile alle scelte fatte dalle politiche dei Governi che si sono succeduti negli anni scorsi. Speriamo che qualcosa cambi, oltre agli annunci roboanti di questi tempi.