di Renato Piscini
Il mettere senza equivoci sul piatto le diversità culturali esistenti tra patrimoni ideali diversi non soltanto non inficia , anzi facilita l’elaborazione della teoria politica che a sua volta fonda il dialogo e orienta le scelte strategiche .
Il bene comune non consiste nella semplice somma dei vari beni parziali ( DI PARTE) né nel sacrificare il bene di una parte in favore del bene di un’altra, anche se una è più potente e dotata di maggiori risorse. Il tutto deve essere in rapporto con l’intera società .L’impegno certo obbliga a partecipare alla vita politica.
Il problema è porsi, in tale processo, quale è la soglia dello eventuale snaturamento o mutazione della propria identità … la soglia oltre la quale insomma il nuovo soggetto ( politico o alleanza ) si riconosce come altro. Insomma processo politico-culturale o mutazione! La politica è stata dominata prima dall’illuminismo poi dalla liberal-massoneria …poi le varie rivoluzioni francese … fascismo … sessantotto hanno precostituito nuove dinamiche nuove associazionismi.
Per esempio nella Democrazia Cristiana di Murri si crea uno scontro tra cattolici rigidi (destra dc )e cattolici larghi (sinistra dc ) , spaccatura che dividerà a fasi alterne i ben pensanti (i primi) dai cattolici più coinvolti socialmente ( difesa dei diritti lavoratori) i quali chiedettero un coinvolgimento maggiore nella vita politica . Comunque sia gli uni che gli altri hanno dato e daranno un contributo fattivo al paese nei vari anni futuri.
Il Partito popolare italiano darà poi un ulteriore forte contributo politico culturale. Sorgono i comitati civici coinvolgendo tutto il mondo cattolico ,laici e religiosi. Da qui che si allarga poi e acquista significato (con la Democrazia Cristiana post De Gasperi) la parola =consociativismo= allargando ai partiti minori come deterrente a guerra civile e come strategia di una politica proporzionale nella gestione della cosa pubblica , contribuendo a superare conflitti sociali e assicurare mezzo secolo di stabilità.
Poi un periodo di grandi fermenti e spinte ideali produce una = nuova frontiera di sinistra = che si frantumerà sotto i colpi delle P38 e Kalashnikof e conseguentemente il compromesso storico che ci farà arrivare alla solidarietà nazionale ovvero consociativismo politico.
Ora tra uno sloga e l’altro, diventa molto difficile oggi, decidere se stare da una parte o l’altra; lo smarrimento è aumentato dalla superficialità dell’attuale dibattito politico preminentemente televisivo , basato su metodologie tecniche e strumenti di marketing, che tendono ad abbassare al minimo l’elaborazione critica e ad esaltare la emotività viscerale , a scapito della razionalità , procedendo più attraverso slogan e battute ad effetto che per ragionamenti o riflessioni.
Quindi l’uomo per sua natura è un animale sociale e tende ad associarsi per necessità attraverso il parametro della sussidiarietà stato- famiglia – associazioni aventi funzione di promozione del = bene comune = verso un sistema economico che riconosce il ruolo positivo dell’impresa ,del mercato, della proprietà, della responsabilità dei mezzi di produzione con al centro l’uomo come persona. Allora la scommessa di nuovi orizzonti verso nuove tipologie di collaborazione (Nuove Alleanze), guardandoci indietro, non trova controindicazioni né storiche né politiche, purchè basate su parametri di salvaguardia del sociale, dell‘individuo, del merito, della corresponsabilità, dell’impegno per il bene del prossimo. Ci si riuscirà superando gli elementi socio-culturali contingenti cogliendo l’universale che li può unire, condividendo senza riserva ogni giudizio – opzione del proprio ambiente in cui si convive –la città-
Elaborazione politica di base. Equipes teorico-metodologiche