Pubblichiamo il carteggio tra il direttore dell’ASL2 Imolo Fiaschini e il giornalista della Nazione Claudio Lattanzi, anche se è inusuale un intevento di altre testate all’interno di simili “botta e risposta”, in alcuni casi anche polemici, tra un collega e “altri”.
In questa occasione ci sembra utile e necessario, perché entrambi gli scriventi offrono stimoli alla comprensione della condizione della nostra Sanità e quindi giova all’informazione dei cittadini. Inoltre siamo sati chiamati in causa dal comunicato del Comune, che ha chiesto chiarimenti all’Ospedale in merito ad un presunto caso di malasanità, e dagli stessi attori.
Questi gli articoli precedenti:
ASL2: “Nessuna prestazione è stata negata” . Chiarimenti all’Amministrazione comunale
Quelle che seguono sono la risposta di Claudio Lattanzi e, successivamente, la risposta di Fiaschini a Lattanzi.
Oggetto: Alla c.a. Dotto Imolo Fiaschini
Egregio dottor Fiaschini, colgo l’occasione per fare tesoro dei suoi consigli e condividere con lei alcune osservazioni. Da tempo l’ospedale di Orvieto è interessato da una serie di criticità che suscitano grande preoccupazione nella popolazione, ma a leggere la sua nota pare di capire che il vero problema siano i giornalisti che, facendo il proprio lavoro, danno conto di questo stato di cose. Solo negli ultimi tre giorni, una malata di tumore ha lamentato il fatto di non aver ricevuto una medicazione nel reparto di oncologia e una donna che aveva aveva riportato gravi fratture ad un braccio, di essere stata rimandata a casa in attesa di un intervento chirurgico che, dopo un mese, non era stato ancora effettuato. Episodi da chiarire, per carità. L’elenco dei problemi è però lungo ed estremamente angosciante per chi vive in questa zona. Le garantisco, ma sono sicuro che ne sia consapevole, che si sta diffondendo un clima inquietate rispetto alla qualità di risposte che riesce ad erogare la struttura sanitaria di cui lei è responsabile. Detto in altri termini, si percepisce la sensazione che l’ospedale non ispiri fiducia.
Accolgo con umiltà il suo consiglio a fare meglio il lavoro di cronista e l’occasione mi é gradita per condividere con lei una riflessione dal momento che giudico molto positivo il suo interessamento per la comunicazione quando si parla delle carenze del Santa Maria della Stella. Sarebbe allora opportuno adoperarsi per riportare alla normalità le cose anche dal punto di vista dei rapporti con l’esterno. Sono anni che al personale sanitario è fatto divieto di parlare con la stampa e sono anni che è assente la figura professionale di un addetto ai rapporti con l’informazione, ruolo in precedenza svolto con puntualità e professionalità da Roberto Basili. In attesa che l’ordine dei giornalisti individui cronisti più affidabili e le elezioni regionali manager della sanità più efficienti, cerchiamo tutti di fare al meglio ciò che dobbiamo. Certo che accoglierà questa mia con spirito costruttivo, le auguro buon lavoro. Claudio Lattanzi
Egregio Lattanzi, vedo dal risentimento con il quale ha scritto la mail che non vuol capire quanto il sottoscritto più volte ha sottolineato, cioè che quando un giornalista, peraltro professionalmente bravo come lei, viene a conoscenza di una problematica, dal mio punto di vista ma anche da quello contenuto nelle normative che regolano la Stampa, dovrebbe sentire l’azienda prima di pubblicare (in mesi e mesi di articoli avete parlato di carenza di antitetaniche o altri presidi che non erano reali, di episodi di appuntamenti presi ad oltre un anno di attesa dopo che gli stessi soggetti avevano rifiutato altri appuntamenti molto vicini alla richiesta, ecc. tutto ovviamente ben documentabile in atti da parte nostra in qualsiasi sede fossero necessari).
Pubblicare senza verificare la notizia, sempre secondo il mio modesto parere, può prestare il fianco ad interpretazioni fuorvianti quali quello, ad esempio, di voler utilizzare la notizia, quando non verificata, per scopi che esulano dalla cronaca e dalla professione giornalistica, procurando in questo modo seri danni di quell’immagine che lei evoca nella sua mail, pensiero che, conoscendo la sua professionalità, rifiuto e non voglio nemmeno che mi sfiori.
Noi siamo a disposizione per un rapporto “serio” con la stampa come usualmente facciamo con tutte le altre testate, quando ha notizie da verificare puù chiamare tranquillamente il sottoscritto, il resp.le Ufficio Stampa dott. Tomassi, il direttore sanitario e il direttore del presidio ospedaliero.
Nel merito, nessuno di noi nasconde, io per primo, le problematiche di carenza di personale medico (cardiologi per garantire finalmente l’apertura dell’h24 mai stato ad Orvieto;-anestesisti per recuperare appieno le possibilità di attività di sala operatoria attualmente in sofferenza-pediatri per garantire il mantenimento dell’h24 peraltro fatto partire, Orvieto non l’aveva mai avuto, i primi mesi del 2016 e medici di pronto soccorso, in specie) e le ho dichiarate, e continuo a dichiararle, in tutte le sedi istituzionali da un anno e mezzo, lo farò anche prossimamente in occasione della già prevista assemblea dei sindaci dell’orvietano.
Tutti da tempo sanno benissimo, tranne chi strumentalmente fa finta di non saperlo, che tali carenze sono dovute, in parte alla carenza nazionale di medici di cui soffre anche la regione dell’Umbria ma, per quanto riguarda Orvieto, in massima parte dalla ripresa delle assunzioni, dopo 13 anni di blocco, della regiona Lazio che penalizza enormemente la provincia di Terni e Orvieto in particolare in quanto la forza lavoro medica era coperta per un terzo e oltre di romani e laziali che, ovviamente, sono e stanno tornando a lavorare a casa propria.
Per tale motivo stiamo da due anni continuativamente utilizzando tutti gli strumenti che ci consente la legislazione vigente per sostituirli (avvisi, concorsi, mobilità, comandi, contratti libero professionali ecc.), tanto è vero che, su una forza lavoro globale di circa 80 medici nell’ospedale di Orvieto, negli ultimi due anni (calcolo fatto fino a fine giugno) sono state portate a termine circa 60 assunzioni che, visto però il velocissimo turn over dei neo assunti, non hanno ancora risolto il problema visto che, come gà detto, l’obiettivo non è quello di far tornare il numero di personale a quello di 4-5 anni fa (numero già ampiamente superato da tempo) ma giungere finalmente a far evolvere i servizi come previsto dal piano di sviluppo di due anni fa con h24 pediatrico, h24 cardiologico con apertura UTIC, apertura formale e sostanziale del terzo-quarto e quinto posto letto in terapia intensiva e ritorno ai numeri di sedute della sala operatoria congruo per un ospedale come quello di Orvieto. Tutto ciò comporta, come appare chiaro, il raggiungimento di un numero di medici, in alcune specializzazioni, molto più elevato del numero in servizio 4-5 anni fa.
Come si può agevolmente immaginare, in un momento storico con le motivazioni descritte alla base delle carenze ancora non risolte, speriamo si possa giungere ad un numero congruo di ulteriori assunzioni con le graduatorie di concorso emesse in questi giorni, sulle quali sono già partite le richieste di disponibilità (si, ho detto proprio “disponibilità”, perchè i medici ora sono pochi e “scelgono” il posto dove andare a lavorare – e vi assicuro che Orvieto è tra le mete meno accettate! se non altro per mere problematiche geografiche, forse anche per il “costruito” dall’esterno clima ambientale?).
Laddove non si riuscisse a completare il quadro delle assunzioni, come è probabile in questo periodo, abbiamo già emesso altri avvisi e continueremo a farlo con scadenze sempre correlate alla fine delle varie sedute di specializzazione nella speranza che i medici neo specializzati scelgano di venire a lavorare con noi, ovviamente il clima attivato e perpetrato anche dalla pubblicazione di notizie che nessuno si cura di verificare con l’azienda, non favorisce certo la scelta di un giovane medico nel senso da noi sperato.
Da ultimo sempre in relazione al contenuto, in alcuni passaggi finali “scomposto e risentito”, della sua mail auguro anch’io alla nuova giunta regionale, di qualsiasi colore essa sia, di trovare manager più bravi del sottoscritto ma, soprattutto, di trovarsi risolto in qualche modo il problema, anche da chi meno bravo li ha preceduti, o semplicemente dalla fine dell’emorragia di medici verso il Lazio. Il sottoscritto, quando ci saranno le nuove elezioni, sperò sarà probabilmente in pensione quale pubblico dipendente e riprenderà, di conseguenza, senza problemi e con soddisfazione la sua attività libero professionale di medico legale che, tranne nei periodi di direzione d’azienda, ha svolto da sempre fruttuosamente e con molto piacere.
Naturalmente potrà ben comprendere che ho risposto alla sua mail soprattutto perchè, anche se non ne capisco il motivo, l’ha inviata anche ad una lista di soggetti che in gran parte non conosco (devo essere sincero suscitando in me qualche dubbio sulla correttezza del gesto, ma tant’è non poso che prenderne atto) cosa che, però, mi ha dato modo di esprimere a tutti concetti che tutti conoscono ma alcuni comntinuano a far finta di non conoscere.
Saluto, infine, cordialmente preannunciando che non ci saranno più risposte ad eventuali sue mail (ribadisco invece di essere a disposizione telefonicamente, unitamente al resp.le ufficio stampa, al direttore sanitario aziendale e al direttore del presidio ospedaliero qualora sia ritenuto utile verificare notizie prima di pubblicarle) non amando, di per sè, le polemiche e necessitando di utilizzare al melgio il tempo nel proseguire, senza soluzione di continuità, la ricerca del personale necessario a completare il riordino con tutti i mezzi che la legislazione in tema di assunzioni mette a disposizione. Imolo Fiaschini