di Massimo Gnagnarini
Per quanto orrenda possa apparire c’è una classifica che può e deve essere considerata riguardo la povertà del continente nero. In una tale classifica quelli che partono per l’ Europa non occupano di certo le posizioni più disgraziate. Sono, per lo piu’, giovani ben nutriti e carichi di speranza e con tutto il diritto di prendere in mano la loro vita e il proprio futuro.
In mezzo a loro c’è anche chi scappa dalla guerra e dalle violenze.
Ma la fame, la fame è un’altra cosa !
Ormai se ne parla poco o niente dei morti per fame e anche le ONG o la stessa Chiesa Missionaria, per non parlare delle Organizzazioni governative per la cooperazione internazionale, sono ridotte silenti come inghiottite da questo accecante e fuorviante scontro socialelettoralistico contro i migranti alimentato nelle opinioni pubbliche occidentali.
Salvini sembra aver ragione solo perchè, in Italia, gli altri , compreso lui stesso, hanno avuto torto.
Torto a fare e mantenere una legge ( Bossi-Fini) che impedisce l’immigrazione regolare in Italia, torto nel creare un sistema di accoglienza improvvisato e corrotto, torto nel non aggiornare una nostra antica e singolare politica estera mediterranea , di andreottiana memoria, attraverso la quale abbiamo sempre pagato riscatti ai terroristi o prebende al rialzo ai governi costieri per restarne fuori incrinando spesso la fiducia dei nostri alleati geopolitici, dagli americani agli altri europei.
Siamo così noi italiani, ci sentiamo furbi.
E oggi il campione di questa mal riposta furbizia è il nostro super Ministro degli Interni che ispirandosi alle medesime politiche sbagliate sull’immigrazione dei suoi predecessori ha aggiunto di suo solo un po’ di banalità del male giocando a battaglia navale con gli arrivi, ma soprassedendo su ogni altra politica di integrazione o a quella più costosa e impegnativa dei rimpatri programmati come aveva, peraltro, improvvidamente promesso in campagna elettorale. Nulla di nuovo dunque.
Un piccolo ma significativo paradosso di questa situazione che si è venuta a creare è osservabile anche a Orvieto: Un finanziamento di 800.000 euro da spendere per dieci ragazzini africani da gestire in tre anni qui nella nostra cittadina. Ognuno di essi, proveniente da Paesi con un reddito medio di 1,5 dollari al giorno, per spendere quel che qui costa avrebbe impiegato ben 170 anni. Oppure se si vuole, e non è affatto demagogia affermarlo, gli stessi soldi sarebbero bastati a sfamare per tre anni più di 50.000 ragazzini in Africa che letteralmente muoiono ancora di fame.