di Massimo Gnagnarini – ex assessore al bilancio del Comune di Orvieto
C’è un modo infallibile per misurare la capacità di una amministrazione comunale. Basta conoscere quanti soldi si prelevano dalle tasche dei cittadini e quanti soldi si spendono a favore dei cittadini.
Ho fatto l’assessore al bilancio del Comune di Orvieto per tre anni tra il 2014 e il 2017 e in tale periodo il prelievo tributario procapite è passato da 744,86 euro a 715,26 euro con un decremento di – 4%, mentre la spesa procapite comprensiva degli investimenti è passata da 1216,05 euro a 1584,39 euro con un incremento di + 29%. Contestualmente è stato ripianato un deficit di 9 mln di euro che ha consentito l’uscita del comune dallo stato di Pre-Dissesto e la riconquista della sua autonomia finanziaria.
Due considerazioni:
La prima riguarda le ingiuste critiche di aver torchiato e tenuto a stecchette gli orvietani con politiche di bilancio improntate all’ austerity. I dati sopra riportati, consultabili dai resoconti certificati del Comune, dimostrano inequivocabilmente il contrario.
La seconda è una raccomandazione ovvia ma non scontata poiché il risanamento dei conti, l’alleggerimento della pressione tributaria e il rilancio degli investimenti, ovvero il futuro di Orvieto, sono elementi non definitivi e anzi in perpetuo equilibrio instabile. Pertanto i nostri conti pubblici cittadini hanno bisogno di continuità nelle politiche di bilancio fin qui adottate senza poter essere influenzati o meglio curvati, con l’avvicinarsi delle elezioni comunali, a spinte elettoralistiche seppur, si capisce, queste ultime più utili alla ricerca del consenso.