di Santina Muzi
Nero, camicia a quadri e pantaloni comodi, va per il Corso in compagnia di un gruppo di bianchi. Un migrante? A modo suo sì, un migrante anche lui. Ma lui è fortunato, è giunto in Italia con volo aereo, ha pagato regolarmente il biglietto del treno ed è salito in città a bordo di un’auto per incontrare soci ed amici dell’Associazione Ikhiwa ( è un termine invariabile ed è il nome con cui alcune etnie dello Zimbabwe chiamano i bianchi europei. Noi tutti quindi siamo “Ikhiwa”).
Già, perchè lui è il parroco della Saint Mary’s Mission di Wange in Zimbabwe ed è il referente in loco dell’Associazione.Si chiama don Joseph ed è un giovane in gamba, pieno di idee e di progetti. Così in gamba che la Chiesa gli ha messo gli occhi addosso e tre anni fa lo ha momentaneamente sollevato dall’incarico e lo ha spedito in Italia per frequentare l’Università Urbaniana di Roma dove in questi giorni ha discusso la tesi e si è laureato in missiologia, un titolo in più dopo quello conseguito ad Harare dove si era laureato in filosofia e teologia e dopo la specializzazione in psicologia counselling.
Ed ora? Fino a settembre, come ogni estate da tre anni a questa parte, farà l’aiuto-parroco in provincia di Bologna. Poi finalmente potrà tornarsene a casa dove lo attendono i tanti impegni portati avanti nel frattempo dal suo sostituto. E soprattutto potrà riabbracciare i suoi genitori che di certo non sono in ansia per lui ma decisamente ne sentono la mancanza.
Dopo tale investimento la Chiesa lo lascerà ancora a Hwange a dirigere la Saint Mary’s Mission? Noi dell’Associazione Ikhiwa ci contiamo, soprattutto perché ormai don Joseph parla perfettamente l’italiano, conosce la nostra cultura e con lui è facile intendersi ma temiamo che dall’alto mire e progetti siano diversi dalle nostre aspettative, seppure il sacerdote abbia assicurato che da dietro le quinte seguirà e veglierà sull’attuazione del Progetto “ISTRUZIONE È VITA” a sostegno della scolarizzazione delle bambine e dei bambini meno abbienti.
Già, perché il progetto dal 2006 è sempre il medesimo: aiutare i meno abbienti, in particolare le bambine, ad andare a scuola. Non è come da noi che la scuola è gratuita, lì si pagano le tasse scolastiche trimestre per trimestre, anche per la primaria, tasse che variano da Istituto ad Istituto. Insieme a scuole private ben dotate e con tasse elevate ci sono scuole poverissime, prive di tutto, dove la scolaresca assiste alle lezioni seduta sul pavimento, altre prive perfino del gesso per scrivere alla lavagna… Eppure le tasse si pagano anche in questo caso, seppure ridotte a 15 dollari americani a trimestre. In altre la cifra sale a 45 dollari per non parlare delle Superiori…
Nella speranza che le votazioni di luglio possano cambiare in meglio la situazione del Paese australe, confermiamo l’obiettivo di dare un’istruzione ai nostri “pupils” in modo che possano finalmente trovare un lavoro nella loro splendida terra ed interrompere quel processo migratorio che, nonostante gli studi, li spinge verso altri lidi, in particolare verso i Paesi di lingua anglosassone, quali l’Australia dove tuttavia non è possibile accedere senza avere un contratto di lavoro. E non è detto che, tramite la collaborazione di tante persone animate da buona volontà, il nostro progetto non prenda la direzione giusta e divenga realtà.
È benvenuto chiunque voglia condividere il progetto e far parte del nostro gruppo, impegnato soprattutto in mercatini del libro e del giocattolo sia in città che in periferia. (ikhiwa: santinamuzi@alice.it).
(Santina Muzi – Presidente Associazione Ikhiwa)