MONTEGABBIONE – Un luogo incantato, in una dimensione raccolta e misteriosa, una sorta di “autobiografia in pietra”. E’ la Scarzuola, città ideale costruita dal visionario artista/architetto Tommaso Buzzi. Chi non ha avuto il piacere di visitarla, si potrebbe mangiare i gomiti. Sì perchè l’attuale proprietaro, Marco Solari, potrebbe presto dare lo stop alle visite. Proprio lui, infatti, ha dichiarato all’Ansa di voler porre fine alla stagione delle visite guidate. Non una chiusura netta ma, piuttosto, un cambio di passo.
“La visita in sé per sé – ha rilasciato all’Ansa – ha ormai fatto il suo tempo. Magari ci sarà in futuro una visita diversa che sarà in base alla nuova situazione dell’intelligenza artificiale dove tutto è frequenza”. Cosa, precisamente, questo annuncio voglia dire, lascia spazio alla libera interpretazione ma, sicuramente, ha lasciato il dubbio. “Questo posto è in continuo divenire – ha detto ancora all’Ansa – e non è per nulla statico e se il disordine e l’immaginazione domina la parte buzziana, io in ogni momento devo creare disordine e immaginazione e quindi penso che in futuro il massimo che lo rappresenterà sarà la musica”.
Ma cos’è la Scarzuola? Questa costruzione surreale altro non è che una grande scenografia teatrale in cui, in un gioco di insolite prospettive tra passaggi labirintici, scale, colonnati, torri etc. Progettata da Tomaso Buzzi, architetto, artista e uomo di cultura tra i più importanti del ‘900, sorge a Montegiove, nel comune di Montegabbione. E’ costruita sulle adiacenze di un convento del ‘200 fondato da San Francesco. Tomaso Buzzi l’acquista nel 1957 e costruisce alle sue adiacenze una città ideale, tracciando un percorso simbolico neo-illuminista riferito a conoscenze esoteriche e sue intuizioni. La Scarzuola è formata da costruzioni raggruppate in sette scene teatrali, metafora della vita di ciascuno. Alla sua morte, nel 1981, la proprietà passa al nipote Marco Solari che ne continua la costruzione, utilizzando i progetti lasciati dallo zio. Non potrà aggiungere altro, relativamente alle strutture esteriori, visto che l’opera è vincolata dalla Soprintendenza dagli anni settanta. Quindi La Scarzuola, basata sul primo poema illustrato italiano “Hypnerotomachia Poliphili”, altro non è che un viaggio nell’anima, attraverso il non luogo ideato dalla fertile mente del Buzzi.