ORVIETO – A volte può essere piacevole ascoltare i propri viaggi, registrarli e raccontarli. A volte potrebbe essere piacevole ascoltare un viaggio, ascoltarne le note e abbandonarsi alla musica, una musica che parla al plurale ed è coinvolgente, una musica che può toccare le corde della vita da molti punti di vista e permette di passare una serata diversa dalle altre.
E’ un po’ la proposta di Carlo Fidani con il suo spettacolo “Occhi verdi di un (Latino) BiancoNero”, una proposta che avrebbe l’ambizione di cercare un punto di incontro fra il desiderio e la presa di coscienza dei pericoli del raccontarsi e l’intersezione di quello di cercare un tardo pomeriggio, forse, diverso, nel quale si può approfondire la conoscenza di questo viaggio, dove si può incontrare qualche personaggio uscito dalla fantasia dell’autore, nel quale si può aprire una finestra su una parte di universo vicino e lontano.
Lo spettacolo andrà in scena domenica 1° luglio alla Sala del Carmine, alle ore 18 e, a far compagnia a Carlo proprio in questo viaggio, ci saranno Rita Graziani, al flauto e Giuseppe Dolci, al violoncello, due musicisti ai quali l’autore ha chiesto di suonare qualcosa di “diverso”, di sperimentale, di inconsueto, che rimanga e sia da ricordare e che sia originale proprio come un “viaggio”. Carlo leggerà alcune delle sue poesie scritte in tre libri fra il 1998 e i giorni nostri (qualcuna è ancora inedita) compiendo una scelta che lo stesso autore reputa “dolorosa”.
“E’ sempre difficile – racconta lo stesso Fidani – scegliere di recitare ciò che si è scritto, sembra un po’ una frase fatta ma penso che scrivere sia lasciare una traccia di se e selezionare questa traccia è rischioso, si rischia di essere equivocati o magari di tralasciare qualcosa di importante senza il quale il messaggio è incompleto. Ma nella vita qualche rischio bisogna correrlo, è nel DNA della vita stessa.”
Le poesie che verranno lette sono state scritte fra il 1998 e i giorni nostri e sono raccolte in alcuni libri dell’autore editi nel 2015 e nel 2017. “Occhi verdi di un (Latino) BiancoNero, le poesie” e “Ho scritto ancora una 1 commedia e 10 poesie”. Due testi che sono composti di brani che passano da una frantumazione del linguaggio con le note aspre che vogliono sottolineare il desiderio d’azione a temi più riflessivi, più “quotidiani”, che parlano di serate a teatro e gite in bicicletta ma anche di un colore rosa stampigliato che rimane appicciato alle parole e alle rime per raccontarsi.
A proposito di colori i testi hanno tutti i loro cromatismi ma il bianco e il nero del titolo vogliono sottolineare la particolarità di questi due colori. Il bianco è il colore più chiaro e il nero il più scuro, Tutta una gamma di colori in mezzo non fanno che risaltare gli estremi e tutto fa parte del mondo. Un mondo, forse, da “colorare”. Le scene sono state elaborate dall’autore e costruite con arte e gusto da Sergio ed Andrea Carli. “E’ uno spettacolo che definirei “sperimentale” – sottolinea Carlo – perché lo metto in scena “quaranta pagine dopo” di un libro che ho aperto “quarant’anni fa” frequentando una scuola di recitazione. Molto mi è rimasto di quella esperienza, se non altro la voglia di misurarsi ancora con un microfono, di stare di fronte ad un pubblico che ogni attore ama sempre perché è parte dello spettacolo stesso ed è parte della vita.” In fondo, poi, le ore 18 potrebbero essere le ore giuste per passare un pomeriggio. Chi volesse andare a cena fuori può farlo e anche chi volesse riposare un po’ può farlo. Poi Spagna e Russia si sfidano alle 16,00 e Croazia e Danimarca alle 20,00 (lo dico da appassionato anche di calcio).