ORVIETO – San Bonaventura da Bagnoregio e Sant’Antonio di Padova saranno i protagonisti dei due importanti seminari che si terranno, nell’ambito del corso di formazione in valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici, organizzato dall’associazione “Pietre Vive”, sabato 23 giugno dalle 9 alle 13, presso la sala Pieri del palazzo episcopale di Orvieto.
Ad aprire i lavori sarà, don Emanuele Frenguelli, sacerdote della nostra diocesi, laureato in Scienze dei beni culturali presso l’Università di Perugia, studioso attento ed appassionato di arte e di teologia, con una lezione inedita dal titolo “Il lignum vitae di San Bonaventura: una rara iconografia”. Quest’opera, un opuscolo ascetico di meditazioni sulla vita di Cristo, venne composta intorno al 1260 con l’intento di mantenere vivo nei fedeli il ricordo dei momenti più significativi dell’esistenza del Redentore.
L’intento del santo francescano era quello di indicare una via meditativa a coloro che desideravano conformarsi alla vita di Gesù portando con sé la sua croce e sentendo nel proprio intimo, nel corpo e nello spirito, sia la sua sofferenza sia il suo immenso amore. Il lignum vitae rappresenta un albero costituito da dodici rami di quattro frutti ciascuno, come descritto nell’Apocalisse (22.2), voleva essere un fondamentale sostegno per la contemplazione con l’obiettivo di imprimere nella mente dei cristiani l’origine, la vita . La passione e la glorificazione di Cristo Redentore.
A seguire, il dott. Luca Giuliani, archivista esperto della diocesi, laureato in Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo archivistico-librario presso l’Università della Tuscia, con un seminario su “Sant’Antonio di Padova, tra arte e devozione nel territorio diocesano”. La preghiera e la devozione verso questo santo francescano e missionario, tra i più amati e conosciuti nel mondo si è manifestata, attraverso i secoli, in vari modi ed espressioni che continuano a perdurare ancora oggi diffondendone il culto e la fama di “Santo dei Miracoli”. La sua popolarità è forse dovuta a quel particolare filo conduttore che ha guidato la sua vita, vissuta con santità, stando vicino al popolo, sorreggendolo nelle preoccupazioni quotidiane e cercando di alleviare le sofferenze e le ferite.
