di Massimo Gnagnarini
Palazzo dei Sette a Orvieto è da adibire a Palazzo delle Esposizioni. Le grandi mostre tutto l’anno sono da aggiungere al volano dei monumenti storici per arricchire l’offerta verso i visitatori della nostra città.
Già alcune centinaia di migliaia di persone ogni anno salgono a Orvieto e comprano un biglietto per visitare il Pozzo e gli affreschi del Signorelli e a nessuna di queste verrebbe in mente di non trattenersi un paio di ore in più se avesse da vedere opere di Picasso o di altri Brand dell’arte.
Il Comune di Orvieto, oggi, dopo il suo risanamento economico possiede la capacità finanziaria per sostenere l’investimento necessario di alcuni milioni di euro oltre ai fondi pubblici nazionali ed europei per adeguare il palazzo e gli ambienti.
Ma soprattutto si tratta di un investimento produttivo del tipo di quelli cosiddetti sostenibili poiché capace di generare flussi di cassa strutturali importanti per il bilancio comunale.
Formidabile poi, per Orvieto, il ritorno in termini di marketing territoriale e ricadute dirette verso gli esercenti dei servizi nel centro storico cittadino.
Di gestione se ne potrà discutere se meglio pubblica o privata, quel che conta è darsi una mossa e tornare ad osare perché oggi pensare in grande è solo l’azzardo necessario per assicurare un futuro alla nostra città e per rilanciare la sua competitività in un mercato turistico vasto e agguerritissimo.
Risibile, dunque, che Il Palazzo dei Sette rimanga in futuro un mero oggetto di sterili polemiche riguardanti, come è stato ultimamente, la crisi , vera o presunta che sia, della omonima libreria che era da “aiutare” dimezzandogli i canoni d’affitto , come era stato espressamente richiesto un anno fa, oppure nel concedere ad essa l’apertura dell’ennesimo esercizio di mescita in centro foss’anche che, con gran sciccheria, venga esso annunciato come “ le cafe’ littèraire ”
Risibile che il Palazzo dei Sette rimanga troppo a lungo sede provvisoria di rappresentanza di associazioni o , in alcune sue parti e ambienti abbandonati , l’ habitat naturale per topi e piccioni civici.
Dunque diamoci una mossa sia l’amministrazione comunale uscente e sia gli sfidanti. Gli orvietani vogliono sapere per quale città andranno a votare la primavera prossima.