Nei prossimi mesi andremo alle elezioni nazionali e a quelle comunali. Saranno due referendum il primo sull’ idea futura di Europa e il secondo sull’idea futura di Città , entrambi, però, si giocheranno su una visione che sia capace di comprendere i conti pubblici. Si perchè, ormai, sia i cazzari neri e i forrest gump nazionali che quelli di periferia dovranno gettare ogni maschera e spiegare come si fa. Come si fa in Italia a spendere 100 miliardi all’anno in più di deficit senza andare in bancarotta e come si fa a Orvieto a finanziare eventi, festival e marketing attraverso le tasse comunali, che non bastano neanche a manutenere i 13 cimiteri e i 300 km di strade comunali, senza il rischio certo di ricacciare il Comune nel baratro del dissesto finanziario.
Ce lo spieghino, per favore, quelli dell’opposizione bravi solo a minacciare la sfiducia al Sindaco, ma da ben quattro anni incapaci di avanzare una, diconsi una, proposta deliberativa o provvedimento per Orvieto che fosse corredata della necessaria copertura di bilancio. Ce lo spieghino gli Scopetti e i Taddei dirigenti del PD che nel prendere le distanze dal Sindaco ci raccontano dei fallimenti del PD ovvero di loro stessi. Se questo è il quadro allora far Fronte a Orvieto, attraverso la costruzione e l’affermazione di una linea civica e di una civica classe dirigente, sarà il preambolo su cui si combatterà e si vincerà il referendum elettorale, la prossima primavera 2019, per una Orvieto libera dai partiti.
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