di Massimo Gnagnarini
Non sappiamo ancora se quest’anno l’evento Gelati d’Italia avrà o meno luogo a Orvieto. Tuttavia esso ha già prodotto, almeno nella sua fase preparatoria, una buona dose di scomposte polemiche. L’incipit delle quali è arrivato, nei giorni scorsi, direttamente dalle dichiarazioni rilasciate dalla nuova società organizzatrice, la M&C Marketing Consulting S.a.S., che nell’annunciare la cancellazione della manifestazione ha lamentato un presunto scarso interesse mostrato dall’ amministrazione comunale e, sostanzialmente, la mancanza di un suo adeguato contributo finanziario.
Anche in questo caso, escludendo che si giochi a fare i finti tonti, la madre di quasi tutte polemiche che la città riesce a produrre è ancora l’ignoranza delle regole da una parte e la loro scarsa comunicazione e diffusione dall’ altra.
In effetti il Regolamento comunale per la concessione di contributi, vantaggi economici e del patrocinio approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 72 del 28/7/2017 all’ art 5 – Punto 4 riguardo i soggetti beneficiari recita:
“ I soggetti aventi scopo di lucro non possono beneficiare di contributi, ma solo di vantaggi economici e patrocini”. Punto, fine delle polemiche.
E invece no. Proviamo a rovesciare la frittata. La mia idea è che a Orvieto, se vuoi venire a vendere i tuoi prodotti, devi pagare.
Provate a chiedere se vi fanno mettere uno o più stand a gratis in un qualsiasi centro commerciale di una qualsiasi periferia. Se vi sembra una provocazione pensate a un’agenda di 52 week end a Orvieto dove alcune Piazze vengono occupate da eventi , manifestazioni e prodotti. Quale sarebbe il vantaggio competitivo rispetto ai centri commerciali ? Semplice. 600-900mila visitatori che ogni anno raggiungono la nostra città. Tutti potenziali clienti.