Quando la caparbietà, la risolutezza e la professionalità si concentrano tutte nella medesima persona allora stiamo parlando di Johanna Ekmark. Fotografa, ma il titolo è riduttivo …. visionaria, ma sembra di farle un torto ….. classe da vendere, comunque.
Ed io ho avuto la fortuna di lavorare con lei, per il secondo numero di quella che non si può chiamare una rivista ma nemmeno un libro, con Johanna è tutto fuori schema … ma che ha un titolo: Caffè Italia.
Definito “A hymn to Italian stories”, porta il lettore, che prima di essere tale è costretto ad essere spettatore, su e giù per l’Italia fotografata in maniera da mozzare il respiro, alla scoperta di storie e di luoghi. E nessun luogo è scontato, nessuna storia riciclata ….. quello che viene digerito dall’occhio di Johanna passa direttamente nella pancia di chi sfoglia l’opera …. E si rimane attaccati tutti ad una immagine piuttosto che ad un’altra. In questo numero ho potuto raccontare Who were (are) the Etruscans ….. chi sono e sono ancora fra noi?
La risposta è di certo affermativa, se non altro con tutto ciò che viene portato alla luce , studiato e valorizzato di continuo …. Quasi su base giornaliera ….. dagli scavi di Orvieto, che fa la parte del leone, ai vicini centri delle poleis più significative. A fianco delle arance siciliane, ai vetri di Massimo Lunardon, al pane di Colle Val d’Elsa, ai vini toscani di Pacina e a quelli di catanesi e veneti, per finire con la fenomologia della piazza italiana, luogo plurifunzionale su tanti livelli ed il fenomeno della Barcolana, regata sui generis.Tirando le somme ….. il numero due di Caffè Italia è un po’ come il miele …. Se uno lo apre, lo tocca, lo prova …. Alla fine qualcosa di appiccicoso e dolce rimane nella testa e negli occhi, una sana piacevole sensazione di tornare a guardare con gli occhi curiosi dei bambini. Il sito web di Caffè Italia è altrettanto gustoso e rende bene quello che uno si dovrebbe aspettare dalla versione cartacea dell’opera: http://caffeitalia.se/ ….. con una corta biografia di Johanna, che in pratica si definisce una svedese innamorata dell’Italia, dove è vissutra peer molto tempo e dove ha imparato ad apprezzare la qualità delle cose. (Claudio Bizzarri)