ORVIETO – Quasi milletrecento reperti riportati alla luce in diciotto anni di campagne di scavo. Pezzi dal valore inestimabile, custodi di una storia millenaria su cui Orvieto ha costruito le sue origini. Sono i segreti del “Fanum Voltumnae”, quello riconosciuto dagli esperti nonché dalla direttrice degli scavi, l’archeologa Simonetta Stopponi, come il santuario federale della Lega Etrusca dove si riunivano i rappresentanti delle dodici maggiori città, che pian piano sta venendo alla luce in tutta la sua interezza ai piedi della Rupe.
Ora saranno i protagonisti, per la prima volta, di una grande mostra “Il Luogo Celeste. Gli Etruschi e i loro dei. Il santuario federale di Orvieto” ospitata dal 15 marzo al 2 settembre presso il Musée National d’Histoire et d’Art di Lussemburgo e organizzata dall’associazione Campo della Fiera Onlus. Nell’esposizione, che occupa due piani del museo lussemburghese, il pubblico seguirà un percorso cronologico volto a documentare il ruolo politico e il significato religioso del santuario.
I reperti sono stati imballati pezzo per pezzo in 27 casse, pronti ad affrontare un viaggio lungo 1200 chilometri: dal Museo archeologico nazionale di Orvieto al Musée national d’histoire et d’art di Lussemburgo, dove verranno sistemati in 55 vetrine.
«Elencarli tutti sarebbe improponibile» commenta la professoressa Simonetta Stopponi che poi si sofferma, in particolare, su tre reperti. «Si tratta di teste votive molo importanti – spiega – Una delle più significative rappresenta una divinità maschile costruita in un modo molto particolare, con una capigliatura folta fatta di riccioli applicati luno all’altro. Di questa, è stata trovata anche la base, lavorata come se fosse un altare. Poi sono state rinvenute teste femminili che coprono per intero il quinto secolo Avanti Cristo. E ancora, resti di statue, tutte in terra cotta e di grande prestigio». «Il museo del Lussemburgo ha sostenuto gran parte delle spese – tiene a precisare Stopponi – Ci piacerebbe portare questa mostra in Italia: se troviamo i finanziamenti è già tutto pronto».
Ma dove in Italia? «Il massimo, ovviamente – aggiunge la responsabile degli scavi – sarebbe farla ad Orvieto. La mostra in Lussemburgo – aggiunge – è anche una significativa occasione di visibilità internazionale per Orvieto, il suo territorio e l’intera Regione Umbria». L’associazione Campo della Fiera ha anche aperto un contro bancario dove, chiunque volesse, può fare donazioni sostenendo così le ricerche e i restauri. Questo il codice Iban: IT 31 C 02008 25703 000103855914 intestato all’associazione con sede a Orvieto, in località Tamburino presso il convento di San Lorenzo in Vineis.