di Fabrizio Cortoni
Egregio Signor Presidente,
fino ad oggi l’ho sempre fatto, perchè mi inorgogliva e perchè pensavo a chi, anche nella mia famiglia, non aveva invece potuto e aveva combattuto per poterlo permettere a me, alla mia generazione e a quelle future.
Però stavolta, il 4 marzo 2018, non voterò. Non posso proprio farlo con una legge elettorale che giudico offensiva nei confronti del Cittadino e lesiva dei principi fondanti della democrazia. Se è vero che “eleggere” significa “scegliere”, perchè il Popolo Italiano non potrà decidere quali saranno i suoi rappresentanti, ma solo “ubbidire” alle scelte già pianificate dei partiti?
Con gli stessi partiti vittime paradossali di un meccanismo che non può evitare la probabile elezione di chi, dopo essere stato inserito formalmente nelle loro liste elettorali, si è poi dimostrato indegno ed immeritevole per le più diverse ragioni. Non è certo un rimedio il fatto che, una volta eletti, vengano espulsi dal partito la cui lista li ha ospitati. Rimarranno parlamentari come tutti, con i loro anacronistici privilegi che li allontana dalla gente normale, e mai rinunceranno al traguardo raggiunto.
Sento addirittura parlare di introduzione del “vincolo di mandato” come soluzione alla compravendita di parlamentari. Un principio, quello dell’assenza del vincolo di mandato, sancito dalla Costituzione e che deve evitare che il nostro Parlamento sia frequentato esclusivamente da truppe di “soldati” non pensanti che ratifichino decisioni prese nelle sedi dei loro partiti.
Il mercato dei parlamentari è un rischio che purtroppo dobbiamo correre, se vogliamo che i nostri rappresentanti siano davvero “liberi” di decidere e comportarsi secondo coscienza. La democrazia, quella vera, ha costi da sopportare e rischi da correre.
Abbiamo bisogno di uno strumento elettorale che ci consenta di dare fiducia alle persone che la meritano, e che faccia sentire ogni parlamentare espressione dei suoi elettori e non del suo partito politico. Il contrario di questo pessimo, impresentabile, antidemocratico, offensivo “Rosatellum”. Signor Presidente, il 4 marzo non voterò, perchè io credo fermamente che nessun voto, neppure il mio, possa e debba essere sprecato in modo così indecente. Soprattutto perchè ancora credo fermamente nei principi di una democrazia rappresentativa.