di Renato Piscini
Alla luce delle candidature emerse per le politiche del 4 marzo si evidenzia una assoluta irrilevanza del nostro territorio (comprensorio e provincia) con il rischio anche della non elezione ( per come si presenta il sistema di voto )di coloro che si sono prestati o sono stati catapultati .
Dopo la riconquista, se cosi si può interpretare, della città al centro-sinistra ,se cosi sarà , le speranze di rialzarsi economicamente e avere una visione nuova vengono meno se non per sempre.
Non si sono sentite voci allarmanti né complicità di personalità politiche umbre una volta a noi vicine , sia per un sostegno politico sia per una simpatia innata verso il territorio .Manca insomma il QUID , una presenza riconoscibile , tangibile, avvolgente che ci poteva far sognare e riprendere fiducia atta a far risaltare quel talento territoriale emerso e innato in tanti nostri concittadini del passato , rappresentanti di quello status storico-culturale noto a tutti e (scusandomi anticipatamente)
non persistere negli attuali rappresentanti , vuoi per differenti e lodevoli capacità, vuoi per premature investiture .
Allora cosa fare… rinnovarsi facendo autocritica , rimodulando le strategie ,in tutti i partiti e soggetti politici presenti nella geografia del territorio, coinvolgendo meritocrazia ,cultura, animosità, competenza, lasciando definitivamente azioni di parte , correntizie , commistioni.
Facendo una sorta di Fabbrica Orvietana , evento incentrato su una rivalutazione politico-culturale partendo dalla storia della città forte di segni evidenti di una grande civiltà allargata
quale eravamo, per distogliersi dal torpore in cui siamo e da quella sorta di provincialismo che è di ostacolo al nuovo, di sfiducia che frena ogni iniziativa sia imprenditoriale che politica .
Orvieto del fare può essere l occasione per un diverso approccio nel panorama regionale ,nazionale nonché internazionale.
Insomma anche il nuovo processo nazionale , con la sua legge elettorale, non ci deve intimorire ne farci trovare impreparati ,specie se il risultato sarà un nulla di fatto,nel momento che il paese ha intrapreso un nuovo sviluppo.
Cambiando verso …politico…quindi; perchè non immaginare sinergie ,convergenze, trasversalità, che possono condurre a fenomeni inediti anche di alleanze , rischiando ognuno qualcosa per avere più forza sia come partiti che come amministrazione. Non si devono sottovalutare infatti gli errori dei nostri precedenti amministratori , di ambedue le parti, che presi dal sistema, hanno confuso ruoli e azioni, sbagliando persone e tempi, che in politica divengono errori determinanti che influiscono nel governo cittadino , dimenticando che la visione del futuro è il reale pregio di un politico.
Quanto sopra implica una vera disamina dei temi, previa analisi circoscritta dello status quo che potrebbe implicare non solo modifiche ma traumi personali o eventi inaspettati nelle nostre strutture politiche di un certo rilievo-
Genius loci per partire dal territorio forti della nostra storia , per avanzare nel sistema umbro, interregionale ,nazionale essendo troppo spesso stati dimenticati e perchè no sottovalutati.