di Massimo Gnagnarini
Il Consigliere Stefano Olimpieri in una sua nota suggerisce che sia il Comune ad acquistare il complesso dell’ex S.Maria della Stella recentemente battuto all’asta dalla ASL. Così facendo, aggiunge, si arricchirebbe il già prestigioso patrimonio immobiliare cittadino visti , anche, i conti risanati dell’Ente che consentirebbero in astratto una simile operazione. E’ un buon proposito anche se, nel recente passato, alcune opinabili decisioni risalenti alla passata consigliatura hanno riguardato proprio la vendita di pezzi del patrimonio pubblico locale.
Il Consigliere ha ragione nel dire dei conti comunali oggi risanati, peraltro senza l’effettuazione di nessuna altra svendita del patrimonio, ma ha torto circa la sostenibilità futura di una eventuale acquisizione dell’ex ospedale da parte del Comune di Orvieto.
A tale scopo occorrerebbe, infatti, contrarre un mutuo i cui oneri ventennali di restituzione del capitale e degli interessi oscillerebbero intorno a 270.000 euro annui e, inoltre, occorrerebbe prevedere in bilancio almeno altri 100.000 euro annui tra tasse, utenze, guardiania e manutenzioni.
In altre parole occorrerebbe, per mantenere inalterati gli equilibri del pareggio di bilancio, tagliare un equivalente di uscite correnti pari, solo per fare un esempio, a tutta la spesa per la gestione del Teatro Mancinelli, della Scuola comunale di musica e dei contributi agli eventi culturali e di promozione turistica, oppure, in alternativa, la metà delle risorse libere che il Comune destina ai servizi sociali.
Inoltre la ritrovata capacità di indebitamento del Comune di Orvieto non può certo eludere un altro preciso vincolo che è quello del rispetto dei cosiddetti spazi finanziari che fissano inviolabili parametri di equilibrio tra spesa corrente e spesa per indebitamento. In altre parole, nel caso di Orvieto, al momento, per poter iscrivere in bilancio un nuovo mutuo finalizzato all’acquisto dell’ex ospedale bisognerebbe cancellare gran parte di tutti gli altri mutui previsti per il finanziamento delle altre numerose opere pubbliche già programmate.
Per questi motivi il Comune di Orvieto non può acquistare i prestigiosi immobili messi in vendita a Piazza Duomo. Di più suggerisco che il confronto politico e programmatico cittadino, al pari di quello nazionale, avvenga senza alimentarlo attraverso proposte o soluzioni che appaiono fin troppo facili senza specificare lo scotto e le rinuncie che esse inevitabilmente comporterebbero qualora attuate.