ORVIETO – Anche Orvieto, al pari dell’Umbria e seguendo i tratti tragici di un quadro nazionale, ha smesso di essere quell’oasi felice di qualche anno fa. Drammatica escalation di furti in appartamento ed episodi di criminalità le hanno dato queste nuove sembianze, confermate dal segretario nazionale della Consap Stefano Spagnoli.
E a peggiorare ancora di più la situazione anche la chiusura del tribunale di Orvieto che ha notevolmente allungato i tempi della giustizia. Se prima per andare a sentenza i tempi medi erano di un anno, adesso, vanno ben oltre. Per questo lo stesso Spagnoli rivolge un invito alla politica locale affinché si attivi per riportare sulla Rupe, almeno, un ufficio decentrato.
“Fa molto male vedere che anche realtà territoriali di provincia che una volte venivano definite oasi felici stanno scalando prepotentemente la classifica dell’insicurezza nazionale – dice Spagnoli – Impunità diffusa, mancanza della certezza della pena, difficoltà nel controllo del territorio da parte delle Forze di Polizia che hanno subito tagli per almeno 45mila unità in tutto il territorio nazionale, sono le reali emergenza di una popolazione che chiede sicurezza. Siamo arrivati a questa situazione per politiche scellerate in materia di sicurezza, considerata da sempre, una spesa piuttosto che una risorsa”.
Ma se da una parte Orvieto, piccola realtà, ha dei privilegi come quelli di essere provvista di quattro uffici di sicurezza nazionali, dall’altra, a giocare a sfavore è la sua centralità geografica, ben servita da tutti i tipi di collegamento (treno, autostrada e strada).
“E’ diventato un dato oggettivo – aggiunge Spagnoli – il fatto di non essere più un’oasi felice. E la prova sono gli eventi che si verificano con una certa frequenza su tutto il territorio. Purtroppo, ci troviamo di fronte ad una situazione d’involuzione civica dovuta anche a gap a livello normativo. Noi stiamo pagando lo scotto, non solo dei non investimenti nella sicurezza in mezzi e tecnologie, ma anche di un’immigrazione sconsiderata. Basti pensare che oggi, le forse dell’ordine sono costrette a svolgere il triplo del lavoro avendo a disposizione la metà del personale”.
Ad aggiungersi al novero, anche la mancata certezza della pena per cui chi sbaglia, difficilmente paga. “E questo lo sa bene chi viene a delinquere in Italia – aggiunge il segretario della Consap – ma purtroppo sia le forze dell’ordine che la stessa magistratura hanno le mani legate. E ormai anche a Orvieto il fenomeno della criminalità straniera che si sta evidenziando possiamo combatterlo definitivamente soltanto con la certezza che, una volta individuato chi ha commesso un reato, sia assicurato alla giustizia”.
Altro elemento analizzato da Stefano Spagnoli è quello delle dotazioni disponibili per l’intero comparto delle Forze dell’Ordine presenti sul territorio. “Dobbiamo anche renderci conto – spiega ancora Spgnoli – che se Orvieto oggi è comunque lontana da livelli preoccupanti di criminalità il merito è dell’impegno e dell’efficacia del lavoro di tutte le Forze dell’Ordine che, nonostante un complessivo stato di carenza di uomini e mezzi, garantisce su tutto il territorio un controllo efficace ed efficiente”. Lo dimostra il dispiegamento di forze che in questi giorni è visibile a Orvieto quanto nel territorio.
“Sicuramente le telecamere che stanno installando sono un primo grande passo – aggiunge il rappresentante del Consap -. A quel punto, però, servirebbe una dislocazione di uomini e mezzi pronti a intervenire, o tanto più a comunicare in tempo reale con le strutture di controllo. Ecco perché si rende necessario un intervento per migliorare le risorse umane ed economiche delle forze dell’ordine. L’inserimento di più unità rivitalizzerebbe sia la funzione di controllo e dislocamento di pattuglie sul territorio, sia l’approccio alle indagini. Un turnover funzionale che aumenterebbe il livello di efficacia dei servizi così da diminuire drasticamente il numero di atti criminali”.
Per quanto riguarda l’escalation di furti nell’Orvietano, al momento, l’unica certezza è che si tratta di bande straniere che vengono da fuori con sentinelle nella zona . Agiscono principalmente tra le 17 e le 20, fascia d’orario dove solitamente avvengono i cambi turno delle forze dell’ordine. “Aspettano l’imbrunire e che la gente sia fuori – chiosa Spagnoli – chi viene a delinquere conosce bene il territorio, osserva e poi agisce”. A mandare in tilt il sistema della sicurezza è anche un altro fondamentale elemento. E lo dice chiaramente Spagnoli: “nel nostro Paese ci sono migliaia di persone che non sono state mai identificate, abbiamo fantasmi in giro che possono commettere reati in qualsiasi momento e noi non li vediamo”. Poi c’è un altro dato: la gente non denuncia più perché ha paura. Basti pensare che ammonta a circa il 20% la percentuale di furti, nell’Orvietano, non denunciati. “Mi farò portavoce al ministero degli interni – ha annunciato Spagnoli – per tentare di rafforzare le risorse che sono ad Orvieto”.
Tra i suggerimenti avanzati da Spagnoli nell’ottica di prevenire i furti o quantomeno di fronteggiare la situazione:
– chiamare le forze dell’ordine senza alcuna esitazione
– dotare di impianti di allarme soprattutto le case isolate
– non pubblicare sui social i luoghi dove ci si trova per non agevolare chi ci osserva
– non avventuriamoci in situazioni di confronto diretto con una eventuale persona sospetta
– non sottovalutare movimenti che sono nuovi al nostro contesto di vita: ad esempio, una macchina parcheggiata da troppo tempo senza essere spostata in un determinato luogo o, al contrario, una vettura nuova parcheggiata in un luogo di solita frequentazione.