di Pier Luigi Leoni
Nel 430° incrocio di opinioni su questo giornale, non mi trovo d’accordo col mio amico Franco Raimondo Barbabella sulla remunerazione dei politici. Io sostengo che «una forma di rapina legalizzata è quella dei politici che finanziano i propri stipendi con una parte del denaro prelevato forzosamente ai contribuenti. Mentre invece alla politica, che dovrebbe piacere solo alle persone generose, perché fonte di grandi soddisfazioni morali, dovrebbe essere coerentemente dedicato il tempo libero». Franco sostiene che «solo nelle società aristocratiche la politica è appannaggio di coloro che vi si possono dedicare nel tempo libero perché non costretti al lavoro. Nelle società democratiche avviene il contrario, e il massimo della politica è racchiuso nell’affermazione che “la sovranità appartiene al popolo”».
Mi sia consentito replicare che nella società in cui viviamo il massimo del tempo libero è appannaggio dei pensionati e dei giovani che non studiano e non lavorano e vivono grazie all’amore dei nonni e dei genitori. Ma anche chi studia e chi lavora, come dipendente o come indipendente, dispone di tempo libero che perlopiù è dedicato agli svaghi. I ricchi che hanno tanto tempo libero sono una sparuta minoranza e comunque appartengono anch’essi al popolo sovrano. A mio avviso, se fossero aboliti i compensi ai politici si spalancherebbero le porte delle istituzioni alle persone oneste, altruiste, magnanime e generose. Cioè alle persone dall’animo nobile, che renderebbero la politica una nobile attività come dovrebbe essere.
So bene che questa è un’utopia e che le utopie confinano coi sogni. Ma servono per riflettere e magari per tentare qualche esperimento. Per esempio, si potrebbero presentare alle prossime elezioni comunali di Orvieto un candidato sindaco e una lista con un programma che includa, per sindaco, assessori e consiglieri, la rinuncia a indennità, gettoni e ad altri benefici come le aspettative e i permessi retribuiti. Credo che si troverebbero facilmente i candidati. Molto meno probabile che si troverebbero i voti. Ma i trombati potrebbero continuare a impiegare in altro modo il loro tempo libero con la coscienza a posto, cavandosi tanto di cappello davanti alle scelte del popolo sovrano.