“Sfruttamento e inefficienza: basta con questa alternanza!”. Queste le parole che campeggiano sullo striscione esibito venerdì 26 gennaio davanti all’ingresso del Liceo Scientifico “E. Majorana” di Orvieto, durante il sit-in dei ragazzi del Blocco Studentesco per contestare la gestione dell’Alternanza Scuola-Lavoro. Un’iniziativa analoga a quelle di molte altre parti d’Italia. In Umbria, la protesta è arrivata anche all’IPSIA “Orfini” di Foligno.
“Dopo un anno dall’avvio del programma istituito con la ‘Buona Scuola’ abbiamo svolto un sondaggio tra gli studenti italiani – si legge in una nota diffusa dal movimento del fulmine cerchiato – e il risultato è una piena bocciatura per le modalità con le quali viene gestita l’alternanza. Gli studenti vengono impiegati in mansioni del tutto sconnesse dalla realtà scolastica di appartenenza, rendendo inefficace lo svolgimento del lavoro rapportato al piano di studi di ognuno.
Crediamo fermamente che si debbano istituire appositi consigli costituiti da professori, studenti e tutor aziendali ai quali assegnare non solo il compito di individuare i progetti più coerenti con ogni percorso formativo, ma anche quello di controllare come venga svolto il lavoro. Ricorrere all’alternanza per avere manodopera da sfruttare è una pratica che va assolutamente interrotta.
Il solo fatto che gli studenti si ritrovino spesso a lavorare per più di 8 ore al giorno è indicativo del basso livello di tutela predisposta nei loro riguardi. La nostra proposta al riguardo è la rivalutazione del ruolo delle Consulte Provinciali degli studenti: da meri organi consultivi ad organi con poteri decisionali in grado di raccogliere le testimonianza degli studenti e formulare piani di azione congiuntamente con gli uffici scolastici locali.
Chiediamo inoltre che vengano coinvolte più piccole e medie imprese italiane per valorizzare quel tessuto economico produttivo d’eccellenza tipicamente rappresentativo del nostro paese. È inaccettabile che delle 16 multinazionali coinvolte, ben 7 siano straniere. È indispensabile effettuare un’inversione di rotta affinché l’alternanza inizi ad essere realmente un valore aggiunto e non l’ennesima zavorra per la formazione scolastica”.