di Valeria Cioccolo
Chi è Vincent Van Gogh? Forse molti potranno rispondere che è uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, ma quanto veramente si conosce di Vincent, uomo sensibile e visionario?
Ed è attraverso la narrazione della sua vita, delle sue paure, passioni, e per cosi dire guardando attraverso i suoi occhi e ascoltando le sue parole che si può penetrare veramente ed appieno la sua arte, capire quelle opere che oggi tutti apprezziamo.
E’ a conoscere Vincent, il sensibile, il solitario, l’affamato di vita, il folle e il genio che ci ha portato la seconda lezione dedicata alla Storia dell’Arte tenuta ieri, 28 dicembre, all’Unitre – l’Università delle Tre Età di Orvieto, che ha organizzato per l’anno accademico 2017-2018 una serie di incontri dedicati all’Arte. Questo, in particolare, propedeutico alla visita prevista fra qualche giorno a Vicenza per la mostra “Van Gogh, tra Grano e Cielo”.
A narrarci Van Gogh è la dottoressa Laura Scattoni che sceglie di mostrarci Vincent attraverso la corrispondenza, che l’artista tenne fittissima per tutta la vita, con l’amato fratello Theo.
Laura ci proietta così in un piccolo paesino olandese di cento abitanti, dove, nel 1853 inizia la vita di Vincent. Un borgo minuscolo, è vero, ma importante meta di viaggiatori che portano cultura e novità. E una famiglia quella di Vincent, che conta numerosi mercanti d’arte, tra cui uno zio che lo prende, 15enne, a lavorare nella sua Galleria d’Arte. Viaggia molto Vincent, Parigi e Londra innanzi tutto ed è proprio a Londra che si innamora di Ursula, una ragazza inglese da cui però non sarà mai corrisposto. Ed è da questo amore, profondo e infelice, che comincia per Van Gogh una parabola che lo porterà progressivamente alla depressione e alla schizofrenia.
Ma seguiamo ora Van Gogh in giro per l’Europa, è tra i poveri minatori della regione belga del Borinage che scopre nel disegno la sua passione, quella per l’arte che è stata e diverrà sempre di più parte profonda della sua esistenza. Sono di questi anni i ritratti realistici di poveri lavoratori che lo affascinano e lo turbano.
Poi, in soli dieci anni, tra il 1880 e il 1890, l’anno della sua morte avvenuta, probabilmente, per suicidio a soli 37 anni, che si compirà la formidabile parabola della sua poetica. Tra l’Olanda, la Francia e il Belgio realizza i suoi capolavori, ha fame di vita Vincent, e per un attimo si illude che i suoi sogni possano realizzarsi. Chiama a sè l’amico Gauguin, che ammira e da cui spera di avere a sua volta riconoscimento. Ma l’altro non lo apprezza, i due litigano spesso e Van Gogh arriva, ormai esasperato e malato, al famoso episodio del taglio dell’orecchio, un gesto compiuto contro se stesso, di follia certo, ma anche di estrema richiesta di aiuto.
Spontaneamente decide di farsi ricordare ricoverare in un ospedale psichiatrico e quando ne esce non troverà comunque un modo per vivere. La sua opera dei suoi ultimi anni è forse la più alta, intensa e originale, ha un colore che si fa quasi materia, il disegno sparisce, i tratti sono vorticosi. Vincent Van Gogh morirà con accanto solo il fratello e pochi amici, i soli ad aver riconosciuto il suo talento, resterà invece sconosciuto ai più. 134 anni dopo il suo quadro “i Girasoli” sarà battuto all’asta per 40 milioni di dollari e la grandezza della sua rivoluzionaria opera ormai universalmente riconosciuta.
Si dice che prima di morire confidasse al fratello: “Voglio che la gente dica guardando le mie opere: Sente profondamente, sente con tenerezza”. Oggi, il suo desiderio si è realizzato.
Le prossime lezioni dell’Unitre si terranno in primavera, mentre da gennaio inizieranno i corsi ormai consueti dell’anno dell’accademico: lingue, scrittura creativa, pittura e filosofia. Un grazie particolare va per questa serata al presidente dell’Unitre il Maestro Roberto Cambri e al suo costante impegno nel mettere a disposizione della città numerose e importanti iniziative culturali, coinvolgendo intellettuali, scrittori e studiosi che portano ad Orvieto importanti spazi di cultura per tutti.