ORVIETO – Una settimana corta che va avanti da cinque anni. Da poco iniziato l’anno scolastico ecco che infatti, i genitori degli alunni delle classi IV e V della Primaria di Ciconia e Orvieto scalo e delle I e II media dello Scalza di Ciconia, facenti parte dell’istituto comprensivo Orvieto-Montecchio, sono di nuovo alle prese con i questionari. Ovviamente, non sono tutti d’accordo e il fronte si divide tra i genitori a favore della settimana lunga “per non penalizzare la didattica” e quelli che vorrebbero tenere i propri figli a casa il sabato, magari, anche per approfittare di qualche ora in più di sonno. E vista l’ampia diversità di vedute, la dirigente scolastica Isabella Olimpieri ha spedito a casa delle famiglie un nuovo questionario conoscitivo (l’ennesimo) per decidere l’orario dell’anno scolastico 2018-2019.
Le proposte, su cui le famiglie dovranno spuntare “favorevole” o “contrario”, prevedono: per il tempo normale, dal lunedì al venerdì 6 ore di lezione (le ultime due ore da 50 minuti) con ingresso alle 8 e uscita alle 13.40 (anticipata alle 13.35 per gli alunni che usufruiscono del trasporto scolastico). Per quanto riguarda invece il tempo prolungato, sono previsti due rientri pomeridiani con mensa a settimana (martedì e giovedì) e uscita alle 16.25 (anticipata alle 16.20 per gli alunni che usufruiscono del trasporto scolastico). Il recupero di 55 ore annue avverrà con queste modalità: un sabato al mese, per un totale di 8 volte, con ingresso alle 8 e uscita alle 13.40 (recuperando così 45 ore e 20 minuti). Una gita scolastica della durata di un giorno più un’escursione che permetterà così di recuperare 9 ore e 40 minuti.
Queste le proposte su cui dovranno scegliere le famiglie che, soprattutto quelle propense per la settimana lunga, già sono sul piede di guerra. «Per stessa ammissione dei professori che non si lasciano sedurre dal fascino del sabato libero – dicono alcuni genitori – la didattica viene molto penalizzata. Alle scuole medie le ore di insegnamento sono molte, così come le materie da insegnare, comprimerle in 5 giorni la settimana, anziché in 6, comporterebbe diversi svantaggi». Questi: abbassamento dei livelli di attenzione e quindi del rendimento scolastico, rosicchiare minuti alle già striminzite ore da 50 minuti, riadattare i programmi scolastici studiati per un modulo da 6 giorni. A farne le spese sarebbero ovviamente tutti i ragazzi, ma maggiormente, quelli più ‘deboli’, bisognosi di tempi più lunghi di apprendimento. (Sa.Simo)
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