Il 12 novembre 2017 saranno 5 anni che c’è stata l’ultima esondazione del Fiume Paglia che ha comportato l’allagamento di importanti porzioni d’abitato nella parte moderna di Orvieto.
L’evento, particolarmente disastroso e fortunatamente senza vittime, come tutte le catastrofi ha almeno due facce. Così, la prima evidenziava, con la forza di uno shock, la vulnerabilità degli insediamenti antropici realizzati negli ultimi decenni; la seconda, con la stessa forza, lasciava sperare che sarebbero stati adottati approcci di pianificazione territoriale più compatibili e sostenibili.
Sono state realizzate opere di mitigazione del rischio idraulico sulle quali siamo stati costretti a sospendere il giudizio, ma il governo del territorio ci appare senza la visione della “comunità di destino” che lega i luoghi alle popolazioni abitanti e ci appare, invece, frutto di riduzioni specialistiche e/o di logiche sclerotizzanti. “Resilienza di comunità”, “progettazione partecipata”, “riqualificazione urbana”, “rigenerazione dei territori” sono espressioni interessanti cui però la mancanza di pratiche partecipative e di coinvolgimenti civici assegna un valore di semplice retorica.
La tavola rotonda, Val di Paglia, gli ultimi cinque anni di un bene comune, venerdì 10 novembre, ore 17.30, Atrio del Palazzo dei sette, Corso Cavour 87, Orvieto
Propone ed analizza alcuni episodi chiave, di denuncia ma soprattutto di proposta, delle vicende operative dell’a.p.s. “Val di Paglia bene comune”. Nel corso degli ultimi anni, infatti, questa è divenuta il catalizzatore di un network di organizzazioni del terzo settore (L’Accordo per il Parco fluviale del Paglia, costituito da comitati, associazioni e cooperative) che, canalizzato lo shock della catastrofe, animano un dibattito pubblico sulla riqualificazione urbana della parte moderna della città e sulle caratteristiche di sviluppo endogeno e partecipato del territorio. Prova a focalizzare gli elementi istituzionali, gli attori sociali ed economici, le pratiche legate ai saperi specialistici, le negoziazioni tra i vari interessi e le dinamiche di potere che accelerano o rallentano il cambio di paradigma in corso nella visione del territorio dell’orvietano. Documenta inoltre gli effetti delle retoriche adesioni agli strumenti della progettazione partecipata e le difficoltà ad agire sussidiarietà nello spazio pubblico della cittadinanza attiva.
Ore 17.30-18.00
Enrico Petrangeli(1) – Relazione introduttiva
Ore 18.00-19.00
Donatella Venti(2), Luciano Giacchè(3), Paolo Scattoni(4)
Note, approfondimenti, riflessioni, spunti
Ore 19.00-19.30
Interventi preordinati
(1) Antropologo, presidente dell’aps “Val di Paglia bene comune” e portavoce dell’Accordo per il parco fluviale del Paglia.
(2) Architetto. Coordinatore Commissione nazionale INU “Governance e diritti dei cittadini”. Si occupa di pianificazione territoriale e urbanistica, paesaggio, partecipazione, progettazione europea, turismo. Dirige l’Area Tecnica della Provincia di Terni: Servizi Pianificazione Territoriale, Lavori Pubblici, Appalti e Centrale di Committenza, Viabilità e opere infrastrutturali, Edilizia e Protezione civile.
(3) Antropologo, Università di Perugia, Centro per la Documentazione e la Ricerca Antropologica in Valnerina e nella dorsale appenninica umbra (CEDRAV).
(4) Architetto, Università di Roma “La Sapienza”, direttore del corso master di II livello “L’Urbanistica nella Amministrazione Pubblica- URBAM), membro del collegio docenti del dottorato di “Pianificazione Territoriale e Urbana”.
La scarpinata lungofiume, Di qua e di là de Paja – sabato, 11 novembre, dalle ore 15.00. Raduno dalle 14.30 presso il Centro sociale di Ciconia, via degli Aceri.
Di qua e di là de Paja, la nostra scarpinata, trekking un po’ urbano e un po’ naturalistico, quest’anno parte dal Centro sociale di Ciconia (via degli Aceri) e scende lungo il torrente Carcaione visionando le opere inaugurate nel maggio scorso. Arrivata al Paglia ne segue la riva sinistra percorrendo gli argini di bonifica fino al Polo Scolastico. Di qui attraversa il Paglia sulla passerella, costeggia il laghetto e si arrampica sulla complanare: tranquilli, è ancora chiusa al traffico; purtroppo l’inopinata rimozione della briglia sul fosso dell’Abbadia non ci consente di scendere la riva destra fino al ponte dell’Adunata. Dopo il ponte percorrerà la sommità dell’argine di riva destra fino all’altezza della briglia sul Paglia, di qui andrà a superare il vecchio argine e girando intorno al campo di rugby “De Martino” riprenderà la strada del ritorno.
Arrivato al Polo scolastico ci saranno la bruschettata e le caldarroste.
Il percorso è lungo circa 3 chilometri, è tutto pianeggiante e non presenta difficoltà. Anche in caso di pioggia non troveremo fango. Purtroppo, i diversamente abili dovranno superare le difficoltà di una imbrecciatura a tratti inappropriata e troveranno qualche barriera che lì sul posto aggireremo.
Durante il percorso ci saranno delle brevi soste per illustrare i pregi del Parco fluviale del Paglia e le caratteristiche, coerenti e no, degli interventi realizzati e in via di realizzazione.