di Andrea Taddei – Capogruppo Partito Democratico
Orvieto ha bisogno di sostanza e non di vane promesse. E la sostanza passa dal coraggio di scegliere, di non vacillare di fronte all’esigenza di offrire agli orvietani una prospettiva concreta. Per questo risultano alquanto limitative le interpretazioni di quanti vogliono scorgere, o strumentalmente ipotizzare, che nel voto sulla gestione del Palazzo dei Congressi c’è l’intenzione di compromettere il cammino di questa amministrazione. Se c’è oggi una chiara intenzione del gruppo del Partito democratico è quella di impegnarsi perché questo governo della città concluda il suo percorso amministrativo e porti a termine quelle determinanti azioni per le quali tutti ci siamo impegnanti in campagna elettorale, nell’interesse di Orvieto e degli Orvietani.
Stare in una maggioranza, però, non significa portare le proprie idee, la propria morale, i propri valori e la propria visione delle cose all’ammasso. Ed è per questo che nei mesi precedenti al voto sul Project Financing del Palazzo del Popolo il Partito democratico e gli altri gruppi di maggioranza si sono confrontati. Più volte abbiamo invitato la giunta e il Sindaco a ritirare l’atto in quanto in quella proposta non si riscontravano gli elementi che rispondevano all’esigenza di pubblico interesse che la città si aspetta sul futuro del Palazzo del Popolo. E su questa considerazione abbiamo chiamato tutte le forze di maggioranza, il sindaco e gli assessori a rielaborare una progettualità diversa fondata sul protagonismo del Comune nelle scelte di utilizzo e di destinazione del bene.
L’esito delle gare pubbliche di queste settimane riaffermano la competenza e la professionalità di quelle che sono gli enti culturali della nostra città. Pertanto riteniamo che esistano nel nostro tessuto culturale, sociale ed economico le competenze perché il rilancio del Palazzo del Popolo passi dall’impegno comune e condiviso ed abbia come principale proposta l’attività congressuale. Elemento su cui né la proposta iniziale né l’emendamento presentato garantivano una gestione prevalentemente impostata sull’attività congressuale. Per questo sono fermamente convito di aver fatto la scelta migliore per Orvieto e per il territorio, continuerò fino a che avrò il sostegno e il mandato che mi è stato affidato dai molti elettori ad operare per Orvieto e per gli Orvietani.
Sinceramente nutro rammarico nei confronti di alcuni colleghi di altre composizioni civiche della maggioranza che hanno rivolto al sottoscritto e al Pd forti critiche sia dal punto di vista umano che politico. Ritengo che in certi casi bisognerebbe domandarsi il perché si è giunti a tali circostanze e anche approfondire i motivi che hanno portato i rappresentanti di questi gruppi a non essere presenti in consiglio durante la discussione e la votazione di un atto così determinante. Il Partito democratico oltre ad aver reso chiara da mesi la propria posizione sull’atto del Palazzo dei Congressi, altrettanto ha sempre mantenuto un atteggiamento di rispetto e salvaguardia dell’interesse pubblico anche di fronte alle dichiarazioni venute da rappresentati della giunta.
Purtroppo proprio in questi giorni ci troviamo a rispondere delle maleducate esternazioni di un assessore che stanno occupando i giornali e le televisioni nazionali rappresentando Orvieto nel modo in cui nessuno di noi vorrebbe che venga rappresenta. Siamo sicuri e fiduciosi che il Sindaco saprà riportare ordine e rigore, soprattutto ristabilisca il dovuto grado di rispetto verso la storia e la nobile cultura della nostra città. E senza tentennamenti il Pd sarà dalla parte del Sindaco.
Risuonano oggi, ancora più forti, le parole usate nel marzo scorso dallo stesso Sindaco in memoria delle sette vittime dell’eccidio nazista di Camorena: “La loro unica colpa era quella di lottare contro le forze oscure della violenza e della barbarie per l’edificazione della democrazia, della pace e della libertà. A 73 anni dalla loro scomparsa essi vivono nel ricordo della collettività e nelle azioni di quanti si battono in nome degli ideali nati dalla Resistenza, a difesa delle Istituzioni democratiche e della civile convivenza”. Oggi, più che mai, Sindaco bisogna difendere le istituzioni democratiche e soprattutto la civile convivenza senza permettere a nessuno di infangare quegli ideali.
Solo ai cittadini Orvietani spetta l’unico ed insindacabile giudizio su chi è chiamo ad amministrare la città e sul nostro operato e non certo ai malumori e alle esternazioni personali pubblicate sui profili Facebook di chi rappresenta le istituzioni e che proprio in virtù di questo mandato dovrebbe evitare certi atteggiamenti. Vorrei ricordare a quanti si fanno facilmente prendere dalla frenesia di giudicare il prossimo che: quando si punta il dito contro qualcuno, le altre quattro dita sono rivolte contro se stesso.