ORVIETO – All’ombra della Rupe in questi giorni è scoppiato un altro caso, il “Caso Gnagnarini”. Protagonista, appunto, l’assessore al bilancio del Comune di Orvieto Massimo Gnagnarini. “C’aveva provato anche zio Adolf a prendere qualche rimedio, politicamente scorrettissimo, ma non gli è riuscito neanche a lui”. Questa la frase incriminata scritta dall’assessore sul proprio profilo facebook rispondendo al commento di un ristoratore che aveva segnalato la presenza nei pressi della stazione ferroviaria di Orvieto di alcuni rom.
E Gnagnarini, per tutta risposta, come soluzione definitiva al problema lamentato da molti e in diverse occasioni, aveva evocato l’Olocausto, il genocidio perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli ebrei. Resosi probabilmente conto della gravità delle sue parole, l’assessore ha subito aggiustato il tiro affermando che, la sua, era stata solo “una battuta dopo sette ore di consiglio comunale”.
Il “caso” però non è sfuggito al sindacato Usb che ora chiede la testa dell’assessore.
“Una città come Orvieto, con da sempre una forte connotazione antifascista e che ha pagato con un prezzo altissimo l’occupazione nazifascista, che ha visto assassinati sette suoi figli a Camorena, non può tollerare queste parole e questi comportamenti che rimandano ad un periodo tragico della nostra storia ed in una fase nella quale la nostra società sta di nuovo scivolando nella barbarie. Di tutto abbiamo bisogno, tranne che di affermazioni dal carattere eversivo, soprattutto se provengono da un dirigente politico di un’amministrazione comunale. Affermazioni che divengono ancora più pesanti se espresse a pochi giorni dal 28 ottobre, giornata che ha visto l’ANPI scendere in piazza, in tutta Italia, insieme alle forze politiche e sociali in difesa delle istituzioni democratiche nate dalla Resistenza, Istituzioni che vengono rappresentate anche dal “signor” Gnagnarini. Pertanto come Federazione provinciale ternana della USB chiediamo al sindaco, alla giunta ed al consiglio comunale tutto, un’immediata presa di posizione che porti alle dimissioni dell’assessore, richiesta estesa anche a tutte le forze politiche e sociali della città, a tutte le forze vive di questa comunità. Una decisa e collettiva presa di posizione, utile a ribadire con forza ed ancora oggi i valori dell’antifascismo, soprattutto nel dibattito politico e pubblico”.