di Valeria Cioccolo
Cosa significa “abitare bene la città”? Come si può costruire un’etica sociale e civile che accolga le tante diversità che oggi attraversano e incontrano la società? Queste le domande centrali della giornata di apertura del IV anno di Nova Civitas, che si è svolta ad Orvieto presso la Sala Pieri l’11 novembre scorso.
La serata, dopo il benvenuto del Vescovo Mons. Benedetto Tuzia da sempre sensibile promotore di iniziative di dialogo tra le tante realtà che la nostra diocesi presenta, ha visto la presenza di un relatore d’eccezione, il prof. Simone Morandini. Esperto di Fisica, Etica, Filosofia Teologia, Dialogo ecumenico e relazione tra l’uomo e l’ambiente è coordinatore di diversi progetti per la Fondazione Lanza e autore di numerosi scritti. Difficile poter sintetizzare in poche parole il fecondo e stimolante dibattito che si è aperto durante la conferenza.
Tanti i temi messi sul tavolo, l’etica infatti si intreccia necessariamente con i cambiamenti che sta vivendo l’uomo moderno a livello sociale e individuale: dalle migrazioni dei popoli, alla paura dovuta all’arrivo di altri che sono “diversi” per cultura, religione, abitudini, tradizioni. L’uomo occidentale sembra sempre più perdere sicurezza in se stesso e questo può portare a reazioni di rifiuto e violenza. Ma è invece importante conoscere, conoscersi, vedersi portatori di valori e non potenziali competitor sociali. È quindi solo facendo propria un’etica fondata sul dialogo e sul reciproco confronto che si possono rendere costruttivi i cambiamenti che interessano ad esempio la comunicazione e l’ambiente; in questo modo il presente diventerà uno stimolo di crescita in cui, fulcro materiale e architrave del progresso, diventano proprio le nostre città.
L’uomo infatti è ontologicamente un “animale sociale” e da sempre un costruttore di città ed è proprio nello spazio pubblico che si sviluppano i processi collettivi che creano norme e valori sociali, identificano problemi e avanzano soluzioni.
Le parole di Mons. Tuzia propongono il possibile percorso: “Spetta a noi – ha spiegato – uomini che credono in un Cristo che, incarnandosi, è venuto ad abitare la storia, guardare l’altro non con diffidenza e spavento, ma come potenzialità, come qualcuno che pur nella diversità, è portatore di ricchezza. Alziamoci dalle nostre “poltrone spirituali” perché, come dice anche Papa Francesco, dobbiamo smettere di essere spettatori affacciati ai balconi. Scendiamo nelle piazze, animiamo le città, rendiamole “vive”, dialoghiamo, condividiamo e soprattutto cerchiamo di sentirle come un bene comune, da proteggere e accrescere”.
Come realizzare tutto questo e maturare in noi e negli altri maggiore etica civile? Questa è la prossima sfida e la porta verso un futuro fatto di persone e non di semplici individui.
La sessione di lavoro si è conclusa con la presentazione di due progetti che verranno portati avanti in questo anno formativo di Nova Civitas: la giornata della disconnessione, in cui non solo si cercherà di rinunciare alla Rete per 24 ore, ma si rifletterà su cosa significhi oggi “relazione”. Il secondo progetto, che nell’anno scolastico in corso, coinvolgerà le scuole e avrà come tema “Il corpo come valore e il valore del corpo”, come estensione del tema di marzo che riguarda la bioetica.
Sono previste anche altre attività ancora in embrione.
Il prossimo appuntamento è per il 16 dicembre in cui si affronterà il tema della politica e avrà come interlocutori sindaci del territorio, e non solo, di diverse tendenze, esercizio concreto di costruzione e pratica di uno spazio pubblico di incontro e articolazione tra realtà diverse.
Per informazioni e iscrizioni: g.mluisa@smr.it