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Home Cultura

Due sassofoni, un microfono e un giradischi. Ecco il manifesto ufficiale “Jazz” di Leonardo Passeri

Redazione by Redazione
21 Ottobre 2017
in Cultura, Secondarie, Archivio notizie
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Descrizione Opera “Jazz”

L’omaggio principale è al Jazz. I sassofoni palesi e simbolici completano ed incorniciano il corpo, rendendolo materico; dalle imboccature, che sembrano di cristallo, entrano vibrazioni che si trasmettono al resto dello strumento e quindi al corpo. Il microfono riporta nell’immediato alle serate nei night club di Chicago e New Orleans, alle registrazioni negli studi di New York, a quel tipico rumore della puntina del grammofono di sottofondo.  La testa, un giradischi alieno, dal quale, come una moderna lampada di Aladino, escono gli echi ancora vividi e urlanti del Jazz, uniti al ricordo di quel primo vinile 78 giri registrato a New York nel 1917 dalla Original Dixieland Jass Band. Un concentrato ricco di colore, tradizioni ed etnie che accompagnò il primo Novecento proprio negli anni della ripresa dalla depressione. Un successo immediato e permanente nel tempo tanto da arrivare alla contemporaneità, divenendo un’icona, ancora venerata.  Così risulta l’opera di Passeri, un’iconografia perfetta, una dea della fertilità venerata in un passato ancora presente.
Un universo costellato da passaggi di storia rivive all’interno di questa icona aliena attraverso forme, curve e colori.  Riferimenti profondi e precisi a quel tempo lontano.  Perciò nei colori usati ritroviamo l’ocra e il marrone del tabacco, il rosso della passione per queste note urlate, l’azzurro del mare che portò immigrati in cerca di fortuna e pace in quella terra promessa che fu’ l’America.  L’intera silhouette si staglia sugli ipnotici filamenti neri che creano una perfetta base, neutra e palpitante, ricca di vita nonostante la scelta del colore.  Note basse e profonde muovono lo sfondo, teso e tremante sotto i ritmi tribali che scandiscono questo viaggio tra forme e musica.  Una plancia misteriosa, quasi un gioco di incastri e labirinti nel quale è possibile, anzi obbligatorio perdersi.  Una porta sul tempo, un viaggio lungo un secolo nella storia del Jazz.  (Alessandra Totta)

Leonardo Passeri – Diciannove anni dopo la sua nascita ad Assisi (1982) Leonardo si ritrova nella realtà caotica e pullulante di vitalità di Londra.  Gli studi presso la Central Saint Martin’s School of Arts gli permettono di acquisire tecnica ed esperienza per iniziare la scalata nel mondo dell’arte. Dai progetti accademici esce l’allestimento degli studi di MTV a Camden Town. Dotato di gusto, professionalità, sensibilità e costante impegno si ritrova in poco tempo a collaborare con grandi nomi del panorama grafico e comunicativo inglese, guadagnandosi il ruolo di graphic e visual designer attraverso i suoi progetti creativi a tutti gli effetti. Interessato e profondamente ispirato da quell’atmosfera culturale ed estetica così tipica della filosofia britannica, del cyber-goth, del revival e dell’estrema avanguardia, Leonardo decide di abbracciare appieno questo pensiero, facendolo proprio e trasmettendolo nelle sue creazioni.
Il rientro in Italia è seguito dalla necessità di voler rappresentare ciò che non è visibile nella realtà in modo concreto, “eterno” direbbe Leonardo.  Se dapprima l’approccio alla realtà interiore avvenisse in modo inconsapevole ed infantile, ora si parla di vera e propria introspezione, continue domande, ricerche e considerazioni mosse dal bisogno di espressione.  Così prendono vita opere eterne, perfettamente curate e studiate, ricche di scenari post-apocalittici, futuribili, creature aliene, antropomorfe, androgine, colori squillanti e forme ipnotiche. L’opera di Leonardo Passeri è costantemente diretta dalla simbologia, dalla creazione di icone che si spalmano sull’intero ambito artistico e culturale, dalla pittura al Fashion, dalla scultura alla grafica. Nel 2018 Leonardo sarà impegnato in vari eventi artistici a livello internazionale, con tappe in Italia e a Londra.  (Alessandra Totta)

 

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