Quando si parla di colesterolo “cattivo” (il colesterolo LDL) parliamo di uno dei principali nemici del cuore. Il colesterolo LDL, infatti, è la causa principale delle malattie cardiovascolari su base aterosclerotica, come sancito dalla Società Europea di Aterosclerosi. Sarà proprio questo l’argomento al centro del workshop organizzato da Sanofi il 13 e il 14 ottobre presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e indirizzato a specialisti in cardiologia, medicina interna ed endocrinologia.
Le due giornate saranno guidate da quattro rappresentanti della cardiologia provenienti dal mondo ospedaliero e universitario, in veste di cochairmen del workshop:
il Professor Francesco Fedele, Ordinario di Malattie dell’Apparato Cardiovascolare presso l’Università “La Sapienza”
il Professor Francesco Romeo, Direttore della Cattedra di Cardiologia presso l’Università Tor Vergata di Roma
il Dottor Gavino Casu, Direttore dell’Unità Operativa complessa di Cardiologia del presidio ospedaliero San Francesco di Nuoro
il Dottor Cesare Greco, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia e riabilitazione cardiologica dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma.
In rappresentanza della cardiologia umbra, sarà presente il Dottor Claudio Cavallini, primario dell’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica dell’Ospedale di Perugia.
Il confronto tra colleghi di differenti discipline sarà importante per individuare terapie sempre più mirate per i pazienti ipercolesterolemici a rischio cardiovascolare alto e molto alto e un approccio alla terapia integrato e multidisciplinare. Frequentemente sono individui già reduci da un evento cardiovascolare anche grave e che, il più delle volte, presentano molteplici patologie. Ciò comporta l’assunzione di più terapie, anche complesse, con un significativo rischio di insuccesso terapeutico che si traduce in una fonte di grande frustrazione. Identificare la terapia più appropriata per ciascun paziente può potenzialmente risultare la strategia vincente.
Nei due giorni si parlerà in modo approfondito anche dell’opportunità terapeutica offerta dalla nuova classe di anticorpi monoclonali inibitori della PCSK9 disponibili da alcuni mesi anche in Italia: una potenziale risposta al bisogno insoddisfatto di trattamento per pazienti a rischio cardiovascolare alto o molto alto, con ipercolesterolemia familiare eterozigote, ipercolesterolemia non familiare e ipercolesterolemici intolleranti alle statine che non raggiungono i livelli di colesterolo LDL raccomandati, nonostante la massima dose di statine tollerata, con o senza altre terapie ipolipemizzanti.
Disponibile da marzo 2017 in classe A, Alirocumab è l’unico inibitore della PCSK9 a disporre di due dosaggi (75 mg e 150 mg) con due differenti livelli di efficacia che permettono di personalizzare la terapia in base alle esigenze reali del paziente1. Sviluppato da Regeneron e Sanofi, è indicato per il trattamento dell’ipercolesterolemia primaria o della dislipidemia mista (malattia caratterizzata da elevati livelli di alcuni lipidi nel sangue – come colesterolo totale, LDL, VLDL, trigliceridi), in associazione alla massima dose tollerata di statine oppure in monoterapia in pazienti intolleranti alle statine.