PARRANO – Sarà l’autopsia che verrà effettuata nei prossimi giorni a fare piena luce sull’incidente di caccia che domenica mattina è costato la vita al 79enne di Città di Castello Franco Maganello. Si tratta di un atto dovuto, così come avviene per la stragrande maggioranza dei casi. Certo è che il compagno di battuta dell’uomo, è finito suo malgrado sul registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo. A prendere la decisione è stato il pm Raffaele Pesiri, sostituto procuratore a Terni. Lo stesso magistrato ha disposto l’autopsia sul corpo di Manganello, dando incarico al medico legale.
L’esame autoptico ancora non è stato fissato ma, probabilmente, verrà effettuato nei prossimi giorni per permettere poi ai familiari di procedere con i funerali. Una battuta di caccia finita in tragedia, dunque, la cui notizia ha scosso una comunità intera. L’uomo, ferroviere in pensione con la passione per la caccia, era nativo di Fabro ma residente a Città della Pieve, nella piccola frazione di Ponticelli.
Subito, la notizia della sua morte, ha fatto il giro del paese creando sconcerto e incredulità soprattutto per le modalità. Le stesse che lascerebbero presupporre la fatalità dell’evento. Il “pallettone” esploso dal fucile del compagno di buttata sembrerebbe aver raggiunto l’uomo al volto, per un crudele disegno del destino dal momento che, una volta centrato il cinghiale, uccidendolo, ne è poi riuscito dal corpo per andare a finire la sua corsa proprio sullo zigomo destro del povero cacciatore. Gli elementi su cui gli inquirenti stanno lavorando per chiudere il caso sono la traiettoria del proiettile, la distanza da cui è partito il colpo, il tipo di munizione. È inoltre da accertare la distanza tra i due cacciatori, forse troppo ridotta. E saranno proprio le risultanze dell’autopsia a darne precisa contezza. (Sa.Simo)