ORVIETO – Tassa di soggiorno, controlli incrociati e un nuovo sistema di pagamento stringono la cinghia ai furbetti che non versano l’obolo al Comune. Pur non raggiungendo cifre come la vicina Perugia, dove, alla Guardia di Finanza sono arrivate una cinquantina di segnalazioni per mancati adempimenti, anche ad Orvieto qualche operatore che la tassa se la intasca c’è. «Non abbiamo riscontri di evasione significativi – precisa l’assessore al bilancio Massimo Gnagnarini – si tratta piuttosto di anomalie fisiologiche legate soprattutto a lungaggini sui tempi di pagamento».
Inizialmente, infatti, il regolamento comunale, prevedeva che la tassa sul turismo venisse pagata con cadenza trimestrale. Poi, un’ulteriore rivisitazione, ne ha imposto il versamento ogni mese. Ma, a breve, il pagamento diventerà addirittura giornaliero. In che modo? «Le strutture ricettive – spiega Gnagnarini – verranno dotate di un nuovo software attraverso il quale gli operatori, il tutto telematicamente, potranno, non solo effettuare la denuncia delle persone che occupano le camere in struttura, ma anche versare direttamente il pagamento della tassa nelle casse comunali».
Una novità che se da una parte dovrebbe dare una stretta agli evasori, dall’altra, garantirebbe un introito certo al Comune. «Tale decisione – aggiunge l’assessore – è stata presa di concerto con le associazioni sindacali, Confindustria e Federalberghi dando dimostrazione di quanto il Comune sia perfettamente in linea con le richieste che ci giungono direttamente dagli operatori». Ad oggi è di 430.000 euro all’anno la somma che, mediamente, viene incassata. Cifra che, appena entrerà a regime la nuova disposizione comunale sul pagamento della tassa di soggiorno anche sugli affitti brevi, come già anticipato sulle pagine de Il Messaggero, potrebbe lievitare di altre 200.000 euro. «Orvieto – specifica infatti Gnagnarini – è la città dove si registra il maggior fenomeno di accoglienza turistica non riconducibile alle strutture alberghiere e a quelle extralberghiere sulle quali vengono redatte le statistiche. Infatti a fronte dei circa 3100 posti letto ufficiali si stimano in altri 1500 quelli disponibili in case e appartamenti messi a disposizione dai proprietari sugli appositi siti internet di intermediazione immobiliare».
C’è da dire anche che, con l’uscita anticipata dallo stato di predissesto finanziario, il Comune di Orvieto non aveva più l’obbligo di mantenimento della tassa turistica a suo tempo istituita (2013) come misura principale del piano pluriennale di rientro dal deficit. Ma l’amministrazione, in accordo con le categorie, in un recente incontro ha deciso comunque di considerare strutturale l’applicazione della tassa con la promessa, però, di destinarne i proventi a nuovi progetti e a nuovi eventi, turisticamente attrattivi, da creare e calendarizzare nel prossimo triennio. (Sara Simonetti)