ORVIETO – Un progetto per rilanciare il lago di Corbara alimentandone il potere attrattivo verso turisti e professionisti della pesca. In questi termini, ieri, l’associazione Lenza Orvietana ha incontrato nella sede comunale il sindaco Germani e l’assessore regionale Fernanda Cecchini per gettare le basi di un protocollo d’intesa ad ampio respiro nell’obiettivo condiviso di fare dell’invaso una piccola perla turistica. Partendo, prima di tutto, dalla sistemazione di tutta l’area che circonda il lago e su cui non si sono sprecate interrogazioni e alzate di scudi anche di buona parte della politica locale.
«Siamo ancora nella fase interlocutoria – ha spiegato il sindaco – ma l’obiettivo che intendiamo portare avanti è, innanzitutto, la sistemazione delle sponde (almeno quelle che ricadono sotto il Comune di Orvieto, ndr) e degli accessi all’invaso così da mettere a disposizione di turisti e professionisti della pesca un’area totalmente riqualificata anche attraverso la salvaguardia dell’habitat e della fauna acquatica seriamente compromessi dalla pesca di frodo e dall’apertura della pratica a tutti coloro che hanno una regolare licenza». Ed è proprio questo il nodo da sciogliere.
«Fino a qualche anno fa – spiega Valentino Maggi de La lenza Orvietana – ad esercitare la professione di pescatori di mestiere erano solo i soci della cooperativa locale Valle dell’Oro che per molti anni ha salvaguardato l’habitat e la fauna prelevando i pesci in modo oculato mantenendo cosi il nostro lago particolarmente pescoso. Poi a seguito delle nuove disposizioni nazionali e regionali sono stati autorizzati ad esercitare la pesca anche tutti coloro muniti di regolare licenza».
Con la conseguenza che ciò ha alimentato uno sfruttamento oltremisura del lago compromettendone la conservazione del patrimonio ittico. «Se rimane questa situazione – aggiunge Maggi – un bacino come Corbara che negli ultimi anni è stato annoverato tra i migliori campo dove esercitare l’attività agonistica ad altissimi livelli, sottoposto ad un incontrollato prelievo di pesci da parte dei bracconieri, è destinato ad una fine ingloriosa. E ciò porterebbe riflessi negativi non solo nei confronti dell’attività agonistica ma anche per i settori dell’accoglienza e della ristorazione». E’ di circa 10mila presenze l’anno, infatti, il flusso di sportivi che raggiungono le sponde del lago per dedicarsi alle molte gare organizzate dalla Lenza. Ecco perché anche molti ristoratori e attività che sorgono lungo il periodo del lago non nascondono la propria preoccupazione. Prima di tutto, quindi, andrebbe rivisitato il regolamento regionale, magari, come proposto dall’associazione sportiva, inserendo, a maggior tutela del patrimonio ittico, anche dei periodi di fermo pesca.