ORVIETO – Un tempo i pensieri si affidavano al mare, chiusi stretti stretti in una bottiglia regalata alle onde. Ora quella bottiglia si è trasformata in un blog, contenitore virtuale in rete dove ognuno si scambia idee, opinioni, riflessioni in tempo reale senza aspettare che il mare riporti il messaggio nelle mani di qualcuno, chissà in quale tempo. Ma se invece quel mare non ci fosse, al suo posto ci fossero vie di tufo, facciate in pietre e profumi di città e al posto di quella bottiglia e di quel blog ci fossero pagine di carta su cui i pensieri trovano forma in parole e frasi d’inchiostro, allora ecco che nasce qualcosa di originale.
Un “diario itinerante” che trova posto dove il lettore, che diventa poi lo scrittore di turno, vuole lasciarlo dopo aver letto i pensieri di altri e dopo aver impresso l’orma del proprio passaggio con riflessioni in parole. Claudia ha solo 12 anni e nonostante la sua giovanissima età ha tradotto in pratica un’idea originale che ha però il sapore quasi di un ritorno al passato ormai in disuso. Un modo per dare a chiunque la possibilità di lasciare un ricordo e, allo stesso tempo, di far conoscere qualcosa in più più sulla città e su chi, di passaggio o cittadino, la vive o l’attraversa. Il viaggio del diario è iniziato sabato da piazza Fracassini, alla fine di corso Cavour. Claudia l’ha lasciato sulla panchina di pietra che circonda la fontana avendo ben cura di sigillarlo dentro una busta di plastica per proteggerlo dalla pioggia.
Al suo interno, un foglietto, tutto rigorosamente scritto a mano, con la penna: “Prendimi, Scrivimi, Lasciami ad Orvieto”. Poche regole, ma da rispettare: “non tenermi con te dopo che mi hai scritto; usami per scrivere un pensiero, una storia, la lista della spesa, un desiderio o quello che vuoi; scegli un posto di Orvieto perché altri possano trovarmi”. «Mi piacciono molto le storie, mi piace leggerle, ma anche scriverle – racconta Claudia – Mi piaceva poter inventare qualcosa che non corresse su un cellulare, così ho comprato un piccolo quaderno, ho scritto le regole tutto rigorosamente a mano. E poi ho deciso di lasciarlo in un luogo di Orvieto che a me piacesse. Ho pensato che ognuno così potesse metterci qualcosa di sé, e il piacere del mistero e dell’avventura che circonda il viaggio di questo diario mi sembrava molto affascinante».
Ma questa bambina ha pensato proprio a tutto. Essendo la Rupe piena di turisti stranieri, d’estate più che mai, ha scritto le regole in doppia lingua. «Ho tradotto il tutto anche in inglese – spiega Claudia – dovesse trovarlo un turista, non si sa mai, deve sapere che non può appropriarsene, ma che anche per lui può essere un modo per lasciare qualcosa a questa città che amo tanto. Una delle regole, e spero tanto venga rispettata, è lasciarlo in un altro luogo di Orvieto, perché la speranza è che lo possa ritrovare completo.
Pretendo tanto lo so, può accadere di tutto, il diario potrebbe essere gettato, preso o andare perso ma le avventure sono belle anche per questo, un pizzico di magia finale non ci starebbe male». Ma non finisce qui. Tanto è stato l’entusiasmo di Claudia che la madre, Valeria, le ha rubato l’idea. Da buona pendolare, scopiazzando le regole della figlia, ha pensato bene di farlo salire su un treno. «L’idea mi è piaciuta moltissimo – racconta Valeria – quando me ne ha parlato ho sorriso, poi mi sono detta che era fantastica perché nell’era del web si sono perse anche queste piccole cose. Così ho deciso di lasciare il “mio” diario itinerante su un convoglio diretto a Trieste. Chissà, che prima o poi, non lo possa ritrovare pieno di storie nella mia solita cuccetta che ogni mattina mi riporta a Roma». (Sara Simonetti)