ORVIETO – Era un mercoledì quel maledetto 24 agosto del 2016. Erano le 3.36 del mattino quando una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 devastò il centro Italia mettendo in ginocchio la città di Amatrice. E con essa, anche le vite di 238 persone tra cui due giovani orvietani, Barbara Marinelli e Matteo Gianlorenzi, sorpresi nel sonno da un cumulo di macerie, quelle dell’hotel Roma dove soggiornavano.
Oggi – giovedì 24 agosto – sarà un anno da quel tragico evento che tanto dolore disseminò in una città intera che ora come allora vuole stringersi intorno ai familiari e agli amici in un grandissimo abbraccio. In accordo con le famiglie l’amministrazione comunale di Orvieto e la struttura della Protezione Civile ricorderanno Matteo e Barbara in due distinte iniziative: una cerimonia religiosa che verrà celebrata domenica alle 11 presso il convento dei Cappuccini. E poi, in un secondo appuntamento pubblico presso la sala consiliare (che probabilmente si terrà la prossima settimana), si ricorderà la giovane coppia, lui un giovane imprenditore, lei un’apprezzata maestra elementare, invitando amici e cittadini.
In quest’occasione verranno illustrate anche le iniziative promosse dall’associazione 3.36 nata in loro ricordo con la volontà di aiutare la ProCiv Orvieto nel suo lavoro prezioso sostenendo eventi culturali, sociali, cene, concerti e progetti per le scuole, in continuità con le passioni e le propensioni di Barbara e Matteo. Da ieri sera, invece, sulla balconata del Comune è esposto uno striscione con le foto dei due giovani orvietani e la scritta “Per non dimenticare”. La notizia della loro morte si diffuse il giorno dopo il tragico evento. Furono ore di speranza, angoscia e dolore in attesa di un lieto fine. Ma dopo estenuanti ricerche i loro corpi furono estratti ormai senza vita dalle macerie dell’hotel Roma dove soggiornavano. Un destino tragico, quanto crudele il loro. La coppia era molto conosciuta in città. Lei, Barbara, era insegnante presso l’asilo nido Regina Margherita di piazza Marconi. Lui, Matteo, era titolare del negozio di abbigliamento per bambini nel centro storico di Orvieto, in via Filippeschi. Avevano raggiunto Amatrice per partecipare ad una fiera anticipando però di un giorno, rispetto a come di solito facevano, il loro arrivo in città. Solo ventiquattro ore, tante sono bastate per distruggere la vita di due giovani ragazzi, per cambiare per sempre l’esistenza di due famiglie e di una comunità intera. Una comunità che ora come allora si stringe al loro dolore “per non dimenticare”.
Ad Amatrice, invece, stanotte alle 3.36 hanno risuonato le campane. 239 rintocchi, uno per ogni vittima. Le vittime di quel 24 agosto erano 238 ma è sttaa aggiunta una alla lista. Marco, un volontario della protezione civile che dopo aver esaminato lo stato di alcuni edifici colpiti dal terremoto nel viaggio di ritorno a casa ha perso la vita in un incidente stradale. E poi Camilla, il cane dei vigili del fuoco che ha consentito di salvare molte donne e uomini sotto le macerie e che è morta nel giugno scorso mentre nel savonese cercava una persona dispersa. Hanno eretto una statua in suo onore.
Stamani alle 8.45, invece, nel Centro regionale di Protezione civile a Foligno, si terrà un incontro istituzionale con gli operatori della Protezione civile regionale dell’Ufficio speciale per la ricostruzione. Sono stati invitati, tra gli altri, il Prefetto, il Questore, i comandanti regionali e provinciali delle Forze dell’ordine, i Vigili del Fuoco, il Soprintendente regionale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, i rappresentanti della Consulta del volontariato, i Presidenti delle Province e dell’Anci Umbria. Alle ore 10.30, è in programma un Consiglio comunale aperto a Norcia. Alle 14.30 è prevista una visita ai negozi turistici di Norcia. Alle ore 16 verranno consegnati dieci nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica, realizzati da Ater Umbria, in località Sant’Eustachio di Norcia, destinati ad altrettante famiglie le cui abitazioni sono non agibili a causa del sisma. Alle ore 18, ad Avendita di Cascia, verranno consegnate dodici “casette”.