ORVIETO – Un dispiegamento di forze dell’ordine imponente, misure di sicurezza stringenti e massima allerta. Fatta qualche eccezione, mai si erano visti terroristi così disposti a colpire a caso, tra la folla indistinta, allo stadio come in un concerto. E tutto questo, è naturale, aumentando la paura, la coscienza del rischio, la sensazione del pericolo perenne e incontrollabile.
Inevitabilmente, anche a Orvieto, quando si parla di grandi eventi, come lo è il concerto di “Orvieto4Ever” del 4 luglio, ecco che scatta il piano sicurezza. Anche se, come ha sottolineato il prefetto di Terni Angela Pagliuca «ogni evento, anche la singola sagra, va attenzionata per dare più sicurezza possibile ai cittadini». Ma loro, i cittadini, sono pronti a vedersi in un certo senso limitare la propria libertà? Oppure queste sono misure esagerate per una cittadina piccola come Orvieto? E’ bastato fare un giro sulla Rupe per capire come la gente sta reagendo a queste nuove misure sulla sicurezza.
La paura non c’è, o comunque non è un sentimento così prepotente. Piuttosto, sta lasciando il posto ad una maggiore tranquillità perché c’è fiducia nel lavoro delle forze dell’ordine. «Ho appreso dai giornali di queste nuove disposizioni – racconta il titolare di un negozio di abbigliamento del centro storico – e personalmente ne sono felice. Non le reputo esagerate perché ne va della sicurezza di tutti noi cittadini». In città, nello specifico per il concerto di Andrea Bocelli, si attendono almeno 1500 persone tra cui anche l’ambasciatore americano. Un afflusso di persone che rende inevitabili le stringenti misure di “safety e security” con lo spettro, però, di dover perdere fette importanti di diritti e libertà personali nel nome della lotta al terrore. Ma fino a che punto si possono accettare delimitazioni in nome della sicurezza? «Personalmente – commenta Simona Del Re – da una parte ritengo sia giusto si adottino tutte le misure per la pubblica sicurezza. Ma dall’altra, creso sia più importante la prevenzione. Ovvero, se intervengono gruppi violenti o cellule terroristiche, si dovrebbe sapere prima. Le forze dell’ordine dovrebbero intercettare queste presenze. I mezzi ci sono e i gruppi dovrebbero essere noti. Poi si dovrebbe invitare la cittadinanza alla cautela, a non allarmarsi se scoppia un palloncino e a non travolgere le persone in caso di panico. Un’educazione proprio». In sintesi, dunque, bene le misure di sicurezza ma se manca un “prima” il rischio resta.
Ed è proprio questo il punto: la prevenzione. «Pur essendo d’accordo sul piano previsto per la tutela dei cittadini durante questo tipo di eventi – spiega Anna – credo che maggiori controlli debbano essere fatti a monte, nelle comunicazioni, nella corrispondenza e nelle transazioni finanziarie. Misure inevitabili se davvero si vogliono anticipare le tragedie». Certo è che, comunque, chi ha già acquistato il biglietto per lo spettacolo di Andrea Bocelli in Duomo o è in procinto di farlo, non diserterà l’appuntamento. «Da spettatore di concerti – dice Vittorio Frisoni – posso constatare che i controlli sono davvero seri. Mi è capitato che per la prima volta in “carriera” mi abbiano controllato perfino il marsupio più volte entrando allo stadio. Direi che in questo senso mi sento piuttosto al sicuro avendo “testato” il tipo di lavoro che fanno». Di contro, però, la gente, ha paura, e tanta, della brutta escalation di furti e rapine in villa e chiede a gran voce maggiore sicurezza. (Sa.Simo)
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