ORVIETO – Fare della disabilità una ricchezza e unire la passione per la buona agricoltura a quella della buona società. Sono questi i perni intorno ai quali ruota la mission dell’Oasi Agricola che definirla cooperativa potrebbe essere troppo riduttivo. Piuttosto, una rinascita, un riscatto, un motivo in più per sentirsi come gli altri lavorando per obiettivi, a contatto con la terra, madre di ogni cosa.
Gli scopi fondanti dell’Oasi che conta nove soci di cui tre lavoratori, in maggioranza sotto i 40 anni, sono infatti l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, lo sviluppo di attività agricole ecologicamente sostenibili, il recupero di aree abbandonate per il rilancio dell’economia agricola locale, la produzione di ortaggi e altri prodotti da filiera corta, l’implementazione di attività formative sui temi dell’agricoltura, della biodiversità e della tutela ambientale rivolte in prevalenza alle scuole.
Una delle ultime iniziative impegna questi giovani ragazzi nella coltivazione di ortaggi biologici che vengono poi consegnati direttamente a casa. La formula è semplice: c’è un volantino con un elenco di prodotti poi sistemati in cassette di dimensioni e prezzi differenti (3 kg a 10 euro, 5 kg a 15 euro). Basta scegliere il formato, telefonare (338.2333989) o scrivere una mail (oasiagrisoc@gmail.com) e la cassetta degli ortaggi verrà consegnata a domicilio, previo accordo su orario e metodo di pagamento.
Costituita nel 2012, l’Oasi agricola si avvale anche della collaborazione di alcune figure specializzate. Da ottobre 2013 è partner, insieme alla cooperativa “Il Quadrifoglio”, del progetto “Orto Sociale” che vede la partecipazione di alcuni ragazzi adulti con disabilità fisica e psichica ad attività socio-riabilitative. «Sottoscriviamo per intero – spiega il giovane presidente Daniele Petrollini – lo slogan coniato da Carlo Petrini nel 2005 sul cibo ‘buono, pulito e giusto’. Noi abbiamo enfatizzato l’ultimo aggettivo: giusto. Per noi la giustizia, nello specifico, si è realizzata con la creazione di opportunità di inserimento lavorativo di persone svantaggiate e con l’avvio di percorsi di riabilitazione in accordo con i servizi del territorio».
«Negli anni – continua a raccontare – abbiamo ampliato la superficie destinata agli ortaggi e preso in carico due oliveti. Siamo presenti al mercato di Orvieto, riforniamo alcuni ristoranti e abbiamo organizzato un servizio, molto apprezzato, di consegna a domicilio di ortaggi e frutta. Insomma: per noi la filiera corta non è solo una moda ma è ciò che dà valore al nostro fare agricoltura e innovazione sociale».
Ora, il progetto più ambizioso è legato al recupero e valorizzazione dei terreni e delle strutture dell’ex vivaio Conti. Si tratta di un’area di quasi 4 ettari non più utilizzata, collocata nella zona della piana di Orvieto un tempo dominata da ortaggi e frutta. I terreni sono di proprietà del Comune di Orvieto e dell’Opera del Duomo e sono stati concessi alla cooperativa Oasi.
«Con il recupero di questa zona – per il quale abbiamo presentato anche una specifica domanda di finanziamento sul Psr dell’Umbria – aggiunge Petrini – vogliamo dare un’ulteriore spinta alla nostra missione e mettere questa nostra idea servizio della comunità orvietana e delle piccole imprese agricole del territorio».
Più nel dettaglio, l’obiettivo è quello di coniugare l’attività di produzione agricola, le pratiche di inserimento lavorativo di persone svantaggiate e i percorsi terapeutici-riabilitativi con una serie di attività a supporto della “rete dei produttori agricoli locali”, sia del settore profit sia di quello no profit. Inoltre la cooperativa Oasi partecipa, assieme ad altre cooperativa sociali e agricole dell’Umbria, al progetto regionale “Cibo Nostrum” allo scopo di sviluppare le risorse locali e agricole per le comunità locali, producendo cibo, inclusione lavorativa di categorie sociali deboli, benessere per le famiglie, distribuzione equa del valore prodotto tra produttori e consumatori, sviluppo dell’economia rurale, produzione di capitale sociale. (Sa.Simo)