Martedì 18 luglio il Consiglio regionale dell’Umbiria discuterà la mozione presentata dal consigliere Rometti sulla CRO di Orvieto.
Si tratta di un momento importante nel quale sarà richiesta l’attivazione di una commissione di indagine che possa aiutare i risparmiatori CRO-BpB a chiarire le circostanze e le responsabilità intercorse al momento della vendita delle azioni da parte della Cassa di Risparmio di Orvieto. Per tutti coloro che potranno, sarebbe utile programmare una presenza presso la sede del Consiglio Regionale dell’Umbria situata in P.za Italia, Palazzo Cesaroni. Il Consiglio avrà inizio alle ore 10:00.
Questo il testo della mozione presentata dal consigliere del PSI Silvano Rometti.
“Interventi della Giunta regionale presso il Governo nazionale volti alla tutela dei risparmiatori della Cassa di Risparmio di Orvieto nelle attività intercorse tra gli stessi e l’istituto bancario”
L’ASSEMBLEA LEGISLATIVA
PREMESSO che la Cassa di Risparmio di Orvieto, negli anni fino al 2016, ha posto in essere una consistente attività di intermediazione per la collocazione di prodotti finanziari, in parte provenienti dalla Banca Popolare di Bari che partecipa, quindi, al capitale della Cassa di Risparmio di Orvieto;
CONSIDERATO che il ricavato delle operazioni di vendita è andato a costituire parte dell’aumento di capitale della Banca Popolare di Bari, che in sede di approvazione del bilancio di esercizio, chiuso al 31.12.2015, ha registrato una perdita economica pari a circa 500 milioni di euro, con conseguente svalutazione delle azioni di oltre il 20%;
RICORDATO che, in fase di vendita dei titoli sopra indicati, ai risparmiatori della Cassa di Risparmio di Orvieto era stato assicurato che l’investimento, in caso di richiesta, sarebbe stato smobilizzato nell’arco di un breve periodo temporale;
PRESO ATTO che, a fronte di una massiccia richiesta di vendita delle azioni, intervenuta tra gli anni 2015 e 2016, il mercato interno ha registrato un vero e proprio “tracollo”;
PRESO ATTO che il DL 3/2015 ha imposto alle Banche popolari con un attivo patrimoniale superiore agli 8 miliardi di euro, come nel caso della Banca Popolare di Bari, la trasformazione in SPA, con le conseguenze che ne derivano;
CONSIDERATO quanto garantito dalle norme del codice civile secondo cui le deliberazioni riguardanti la trasformazione della società consentono il diritto di recesso;
PRESO ATTO, tuttavia, che il DL 3/2015 ha inserito, tra l’altro, una norma che consente una limitazione del diritto di recesso, potendo lo stesso essere esercitato dalla stessa banca entro limiti temporali indefiniti, che consentono in tal modo all’istituto bancario debitore di stabilire se e quando rimborsare gli azionisti creditori;
RICORDATO che, nell’evidenza di tale difetto costituzionale, il Consiglio di Stato ha posto alla Corte Costituzionale la relativa questione di illegittimità, con la sospensione, nel contempo, del termine di convocazione dell’assemblea di trasformazione;
PRESO ATTO che, a seguito di tale situazione, i risparmiatori della Cassa di Risparmio di Orvieto si trovano nella condizione che vede:
- le proprie azioni bloccate e non vendibili sul relativo mercato;
- le azioni non rimborsabili, secondo quanto previsto dal codice civile, a causa della mancata trasformazione della banca in SPA;
- l’impossibilità di azionare la richiesta di liquidazione coatta amministrativa in forza dell’intervenuta sospensiva del Consiglio di Stato in attesa della decisione della Corte Costituzionale;
Tutto ciò premesso e considerato,
IMPEGNA
– la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo nazionale al fine di tutelare i piccoli risparmiatori della Cassa di Risparmio di Orvieto ed anche, più in generale, i risparmiatori di tutto il proprio territorio di riferimento, scongiurando in tal modo un danno ingente per la nostra Regione.