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Home Territorio

Inquinamento da mercurio fiume Paglia e Tevere: analisi su acqua, terreno, pesci, frutta e verdura

Redazione by Redazione
11 Luglio 2017
in Territorio, Secondarie, Archivio notizie
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“Come istituzioni ci siamo fatti carico di approfondire in maniera organica e condivisa, per la prima volta, il fenomeno della presenza di mercurio nel Paglia in modo da poter disporre di tutti gli elementi per definire l’eventuale piano di bonifica o interventi più strutturali a tutela della salute umana e dell’ambiente”. Lo ha sottolineato l’assessore regionale all’Ambiente, Fernanda Cecchini, che ieri ha illustrato motivazioni e obiettivi del “Piano di indagine nelle aste fluviali del fiume Paglia e del fiume Tevere per la verifica dello stato di contaminazione da mercurio” approvato dalla Giunta regionale nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il direttore generale di Arpa (Agenzia per la protezione ambientale) Umbria, Walter Ganapini, il sindaco di Orvieto Giuseppe Germani, il direttore regionale all’Ambiente Ciro Becchetti e il responsabile della sezione Ambiente, Salute ed Emergenza mercurio di Arpa, Giancarlo Marchetti.

“La Giunta regionale – ha specificato – ha assegnato all’Arpa un primo finanziamento di 50mila euro che consentirà all’Agenzia regionale di continuare gli studi che da tempo sta facendo sulla presenza di mercurio nel Paglia. Una problematica principalmente frutto delle attività estrattive storiche, ora terminate, nell’area del Monte Amiata, dove c’è la sorgente del Paglia, e che interessa le tre Regioni, oltre all’Umbria la Toscana e il Lazio, il cui territorio è attraversato dal fiume, principale affluente di destra del Tevere. Sul problema dell’inquinamento da mercurio, dopo la richiesta di attivazione della normativa sul danno ambientale rivolta dalla Regione Umbria al Ministero dell’Ambiente – ha ricordato -, è stato istituito un apposito tavolo tecnico istituzionale costituito da Ministero dell’Ambiente, Autorità di bacino del fiume Tevere, Regioni Umbria, Toscana e Lazio supportate dalle rispettive Arpa”.

“Sono già stati fatti i primi studi – ha detto ancora – ed emesse le prime ordinanze da parte di Usl e Comuni, con il divieto di pesca sul fiume per consumo alimentare. All’inizio dell’anno, a Orvieto, è stato fatto il punto della situazione. Intanto è andato avanti l’iter che ha portato all’approvazione del Piano di indagine che verrà eseguito dalle tre Arpa regionali e dalle Usl e che permetterà alle Regioni di programmare le azioni più incisive; nel gennaio 2018 contiamo, sempre a Orvieto, di organizzare un confronto con tutti gli Enti e i soggetti interessati sui primi risultati delle analisi”.

“La Regione Umbria – ha sottolineato il direttore generale di Arpa, Walter Ganapini – ha dato prova di grande sensibilità attorno a un tema spesso sottovalutato e di cui si parla poco. Si è scoperto infatti solo pochi decenni fa, in Giappone tanto che la sindrome prende il nome di ‘morbo di Minamata’, come il mercurio possa essere un potentissimo aggressore del sistema nervoso. Studiare bene lo stato di contaminazione è dunque importante ai fini della tutela della salute umana”.

“Grazie ai finanziamenti della Regione – ha aggiunto – potremo andare avanti con il lavoro che Arpa ha avviato dopo aver riscontrato tracce di mercurio nei sedimenti del Paglia in prossimità dell’impianto di discarica ‘Le Crete’. Siamo grati particolarmente anche al sindaco di Orvieto, Germani, e al direttore dell’Alta Scuola, Endro Martini, che nel luglio dello scorso anno hanno dedicato al problema del mercurio un convegno con esperti e docenti delle Università di Firenze e Siena in cui, fra l’altro, sono stati evidenziati alcuni dati: in circa 140 anni, dal monte Amiata, sono state estratte circa 105mila tonnellate di mercurio nelle miniere di cinabro ed almeno 60 tonnellate di mercurio giacciono nei sedimenti fluviali. Circa 11 chilogrammi di mercurio all’anno sono portati nel Paglia”.

Le indagini “sono già cominciate – ha detto il responsabile della sezione Ambiente di Arpa, Giancarlo Marchetti – e sono stati fatti campionamenti sui sedimenti, sul suolo e sulle acque. Si proseguirà, da parte della Usl, sui pesci e sulle colture. A settembre verrà fatto un primo punto della situazione insieme alle altre Regioni ed Arpa”.

“Dobbiamo capire bene la situazione e sapere quale è il livello di contaminazione da mercurio per decidere, su base scientifica, quali interventi effettuare” ha detto il sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani, che ha ringraziato a sua volta la Regione Umbria “che si è fatta carico dell’organizzazione del Piano mettendo insieme le tre Regioni” e ha auspicato “lo sblocco delle risorse nazionali da parte del Ministero dell’Ambiente, per 600 milioni di euro, per la realizzazione dei ‘contratti di fiume’, e dunque anche per il ‘contratto di fiume del Paglia’, con risorse importanti per la qualità del fiume”.

 

“La Regione è particolarmente attenta alla qualità delle acque – ha concluso l’assessore Cecchini – così come sta lavorando per garantirne la quantità a scopi idropotabili e irrigui, fronteggiando i problemi che quest’anno si sono presentati con un mese di anticipo. La situazione è comunque sotto controllo, se pur con alcune criticità, grazie agli investimenti effettuati”.

Il “Piano di indagine nelle aste fluviali del fiume Paglia e del fiume Tevere per la verifica dello stato di contaminazione da mercurio” è stato elaborato dalle Agenzie di protezione ambientale di Umbria, Toscana e Lazio, su incarico delle tre Regioni nel cui territorio si estende il bacino idrografico dei due fiumi, attraverso il coordinamento dell’Autorità di bacino del fiume Tevere. L’obiettivo principale è quello di definire lo stato della distribuzione e/o la presenza del mercurio lungo il corso dei due fiumi, in particolare nelle diverse matrici ambientali e in prima battuta in alcune matrici alimentari attraverso prelievi che verranno eseguiti relativamente ai sedimenti fluviali, ai pesci in alveo e alle colture provenienti dalle attività agricole prossime all’asta fluviale del Paglia nel territorio umbro. L’area di indagine è estesa anche al Tevere nel tratto che va dalla confluenza con il Paglia sino all’invaso di Nazzano, nel Lazio.

Nell’indagine preliminare dell’indagine di mercurio dalle aree minerarie al Paglia, verrà effettuato un censimento delle miniere con presenza di cinabro (solfuro di mercurio) presenti sul monte Amiata. Verrà comunque valutata, su tutto il bacino, la presenza di fonti potenziali di origine antropica di mercurio, diversa dalle miniere.

L’area di indagine viene suddivisa in cinque tratti: il primo dalle origini del Paglia fino allo sbocco nella pianura alluvionale di Monterubiaglio-Allerona, in cui sarà posta attenzione anche agli apporti degli affluenti laterali del Paglia, in quanto possibili veicolatori del mercurio dalle sorgenti primarie di contaminazione ubicate intorno al monte Amiata; il secondo da Monterubiaglio-Allerona fino ad Alviano, dopo la confluenza con il Tevere; il terzo comprende dall’ingresso alla zona umida di Alviano all’uscita; il quarto dal Tevere dopo Alviano fino alla confluenza con il fiume Nera a Orte; il tratto finale oggetto dello studio va da Orte, confluenza con il fiume Nera, fino all’invaso di Nazzano.

Si analizzeranno sedimenti fluviali, piana inondabile e terrazzo; le acque di fiume e dei pozzi più vicini all’asta fluviale. Verranno verificati ortaggi e frutta per valutare il primo ingresso nella catena alimentare. Per quanto riguarda i pesci, si prevede preferenzialmente di effettuare analisi nei pesci predatori, che sono in alto nella piramide alimentare e quindi contengono più mercurio, secondo un programma definito con Usl e Istituto Zooprofilattico.

SCARICA IL PIANO DI INDAGINE INQUINAMENTO DA MERCURIO PAGLIA-TEVERE

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