ORVIETO – Dopo l’audizione dell’Associazione “Monte Peglia per l’Unesco” che si propone l’obiettivo di ottenere il riconoscimento internazionale di riserva ambientale Mab Unesco per l’area del Monte Peglia e Selva di Meana, tenutasi il 24 maggio scorso al Ministero dell’Ambiente, ieri si è svolta tra Orvieto e San Venanzo, la visita del Comitato Tecnico Nazionale dello stesso Ministero finalizzata ad approfondire, tra l’altro, i contenuti strategici, ambientali, culturali, i livelli di partecipazione e condivisione con le popolazioni e gli stakeholder portatori di interesse, i modelli di governance e le ipotesi gestionali che sono alla base del progetto di valorizzazione e salvaguardia dell’area.
Il sopralluogo tecnico dei commissari ministeriali in località “Poggio Aquilone” al confine tra i comuni di San Venanzo e Orvieto, è stato preceduto da un incontro propedeutico che si è tenuto nel palazzo Comunale di Orvieto, alla presenza dei Sindaci di Orvieto e San Venanzo, Giuseppe Germani e Marsilio Marinelli, del Presidente del Comitato promotore e della Associazione “Monte Peglia per l’Unesco”, capofila del Progetto avv. Francesco Paola, dei rappresentanti della Regione Umbria, dell’Agenzia forestale regionale dell’Umbria e di amministratori e consiglieri dei due Comuni.
“Luogo di congiunzione tra le varie riserve naturali italiane dalle Dolomiti all’Etna” questa la proposta e il messaggio simbolico che il Comitato unanime propone “teso a rafforzare la coesione civile e costituzionale, antidoto e anticorpo rispetto alle frammentazioni e alle violenze con i borghi medievali di Poggio Aquilone, Civitella dei Conti, Rote Castello ciascuno con il proprio statuto elaborato e ricco, Orvieto con la sua storia multidimensionale e millenaria, terre di conflitti ma anche di ricomposizioni e di paci durature e perciò stesso luogo simbolo dell’Europa al centro del centro dell’Umbria e della Repubblica Italiana”.
Nel corso dell’incontro sono stati approfonditi sotto il profilo prettamente tecnico, alcuni temi particolari che dovranno essere esplicitati nella redazione del dossier definitivo di candidatura del Monte Peglia e Selva di Meana a riserva ambientale Mab Unesco, progetto che mette alla base la relazione tra uomo e natura e il cui dossier che verrà presentato entro il 1° settembre prossimo.
Il progetto di candidatura nell’ambito del programma Mab Unesco (Man and the Biosphere) si sviluppa nell’ambito delle scienze naturali e sociali, per l’uso razionale e sostenibile, la conservazione delle risorse della biosfera e per il miglioramento delle relazioni generali tra le persone e il loro ambiente. Il Mab Unesco, in particolare, prevede le conseguenze delle azioni di oggi sul mondo di domani e di conseguenza aumenta la capacità delle persone di gestire in modo efficiente le risorse naturali per il benessere della popolazione umana e per l’ambiente.
Il progetto “PegliaperUnesco” a cui, come è noto, ha aderito il Comune di Orvieto anche nell’ottica di “Area Interna”, è dedicato espressamente alla cura delle biodiversità, per un sito ambientale “polmone verde” dell’Umbria, composito e vario, il cui fascino ad una visione complessiva si accresce.
Nell’area, infatti, vi sono distensioni di cerri, roverelle e lecci insieme alle varietà appartenenti alla famiglia delle querce. Ma anche carpinello, corbezzolo, orniello, acero campestre, ailanto, robinia e gruppi di pino nero innestati nei primi del Novecento. Tra le molte altre specie arboree compaiono varietà selvatiche anche da frutto abbandonate, sopravvissute e riprodottesi ed oggi specie rare come il melo, il pero, il prugno e il ciliegio selvatici ed uliveti storici impiantati negli anni risorgimentali e poi abbandonati.
Notevoli sono le potenzialità per la sentieristica attuale tracciata in parte anche da fauna selvatica e sentieri storici presenti su mappa e tra essi un antico percorso che si ritiene collegasse Marsciano a Todi e che da Poggio Aquilone scendeva nella valle costeggiando castelli oggi ridotti a ruderi perduti nel bosco come Castelvecchio. Sino a Parrano e alle sue Tane del Diavolo, e alle acque termali, abitata dal paleolitico. Da Montegiove e dalla Scarzuola, dall’antico convento di San Francesco muovono parimenti antichi echi.
Il riflesso condizionato che la biodiversità di questi luoghi suscita è quello atavico di un luogo che è il paesaggio, ed il paesaggio rappresenta per definizione propria la varietà e la interazione tra le specie, che è antidoto anche alla frammentazione, e la varietà simbolica di culture, ed un messaggio interculturale profondo e ricco, costituzionalmente orientato.
E’ convincimento dell’associazione anche, che è la qualità dei progetti innovativi e di idee nuove, i quali attivino nuove ed evolute forme di coesione sociale, intorno alla difesa di beni costituzionali essenziali, tra i quali il bene del paesaggio, che possono innescare fenomeni inaspettati e nuovi, anticorpi civili, ed una inversione di tendenza.
Il progetto vede coinvolti possessori di terreni agricoli a qualsiasi titolo e le aziende agrarie insediate nella zona, i titolari di concessioni regionali agrarie e non agrarie, i residenti nella zona, le associazioni ambientali e altri Enti pubblici e privati.