Per l’ennesima volta, in diversi anni che risiedo ad Orvieto, anche ieri sera ho accompagnato dei turisti (questa volta americani) al posteggio del campo della fiera con la mia macchina.
Come spesso mi capita, posteggio in piazza Ranieri per tornare a casa e vedo gente disorientata che non sa dove andare, smarrita davanti ai cancelli chiusi delle scale mobili. Non c’è un cartello che dica dove sono gli ascensori (sempre che l’ora sia tale da poterli ancora prendere…), non c’è un’indicazione di come arrivare a piedi al parcheggio, non c’è l’indicazione dell’orario di passaggio dell’autobus, non c’è l’indicazione del numero per chiamare un taxi.
Così, quando le persone non hanno il coraggio di chiedere, mi avvicino e, sapendo e capendo, mi offro di accompagnarli con la mia macchina. Lo faccio, più che per gentilezza, per un senso di accoglienza ed ospitalità che chiunque, straniero, merita.
Diciamo pure che non lo faccio per Orvieto ma perchè mi vergogno per Orvieto. Io che non sono Orvietano.
Alle domande che mi pongono sono costretto a rispondere che non so perchè le scale mobili o gli ascensori siano già chiusi; non so perchè non si riesce a trovare uno straccio di cartello che dica in quale direzione siano ascensori o scale mobili; non so perchè la città non sia capace di organizzarsi nelle più elementari indicazioni utili a chi pensa che sia interessante investire del tempo nella visita a questa città.
Non posso che scusarmi e ammettere che non ho risposte e che, sì, hanno ragione: le regole minime dell’ospitalità e dell’accoglienza impongono dei doveri diffusamente disattesi. Ma pare che le amministrazioni, passate e presente, non ritengano ciò importante.
Magari è più utile investire in colonnine quasi invisibili di cui non si capisce l’utilità, sempre che funzionino: queste sì che fanno decisamente accoglienza…! E poi tutti tronfi quando Orvieto è piena di gente: siamo bravi! Ma al di là della facciata, dell’ipocrisia o del far finta che siamo tutti bravi, qualcuno chiede mai a questi turisti qual’è la loro impressione? Io l’ho sentita molte volte. Si potrebbero girare queste domande al sindaco, all’assessore competente e a quanti altri siano responsabili. Cambierebbe qualcosa?
No, ci sono questioni più vitali ed importanti per risollevare questa città dall’agonia in cui versa. (Paolo Zanetti)
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