ORVIETO – Annullamento della delibera che impone la gara per la gestione del Teatro Mancinelli, stop al bando e avanti con la proroga al 2018. Queste, in sintesi, le richieste dei lavoratori della TeMa e del sindacato Usb annunciate in conferenza stampa a seguito di una serie di incontri con i capigruppo e l’amministrazione. Incontri in cui è emerso “un atteggiamento ostile da parte soprattutto dell’assessore Gnagnarini nel non vedere categoricamente altra via se non quella del bando europeo”.
Mentre, invece, ora i partiti di maggioranza Partito Democratico, Per Andare Avanti, Socialisti Italiani e Sinistra Italiana hanno cambiato direzione inviando al sindaco un documento per superare la delibera comunale chiedendo, sostanzialmente, di andare all’approvazione, entro il 1 luglio prossimo, di una nuova proroga della convenzione di gestione del Teatro Comunale a favore della Te.Ma con scadenza il 30 giugno 2018. “La politica finalmente – hanno detto i sindacati – si sta riappropriando del proprio ruolo e questo un po’ ci rasserena ma non ci fa abbassare la guardia”. Anzi. I sindacati hanno annunciato lo stato di agitazione che andrà avanti fino a che dall’amministrazione, non ci sarà una presa di posizione concreta per non mettere la cultura a bando. C’è da dire che anche all’interno del cda della stessa associazione le opinioni non sono unanimi. «Il presidente Paggetti – spiega l’Usb – non ha firmato il documento che avremmo voluto presentare alla conferenza dei capigruppo dell’8 giugno scorso per “sopraggiunti impegni” ». Certo è che per il 26 giugno prossimo la TeMa ha messo in calendario un appuntamento di “protesta e proposta” facendo uno spettacolo proprio in teatro. «Questo vuole essere un’iniziativa sì di protesta attraverso il nostro strumento che è la cultura ma anche momento di speranza verso il futuro» hanno detto i lavoratori. Certo è che se non avranno risposte certe entro il 1° luglio, l’Usb ha annunciato azioni forti e una seria azione di protesta perché – dicono – ormai è chiaro ch sindaco e assessore vogliono tenere in ostaggio la cultura.
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