di Gianni Marchesini
Ho partecipato alla kermesse organizzata dalla Tema, più per godermi Danilo Rea per la verità che per ascoltare le posizioni dei lavoratori che ben conosco poiché ne fui della Tema amministratore, presidente Marco Marino, per tre anni, Concina Sindaco.
Nel corso della serata ha preso la parola Marco Marino che ha detto molte cose giuste e una sbagliata.
Tra le cose giuste ha elencato l’intuizione speciale del povero Antonio Barberani, presidente della Tema – uomo speciale -, che fu quella del “teatro stabile”. Con quella ampliò di molto la visibilità del teatro Mancinelli oltre, cosa assai notevole, le disponibilità finanziarie della Tema.
Marco Marino ha anche precisato che durante quei tre anni della sua presidenza il bilancio fu attivo chiarendo che non era giusto generalizzare sui debiti della Tema poiché la responsabilità di questi era delle amministrazioni che li avevano accumulati, non certo della Tema e che c’è differenza tra gestione, seppure pubblica, e gestione, dal momento che quella di Concina s’era avvalsa, grazie alle conoscenze del sindaco, degli sponsor senza gravare di una lira sui bilanci pubblici.
La cosa sbagliata Marco l’ha pronunciata quando, facendo le lodi del suo amministratore Gianni Marchesini e delle sue mille idee (atto per il quale lo ringrazio), ha detto che queste non furono realizzate perché costose.
Non è vero.
Prima di tutto perché io ho l’abitudine di studiare soluzioni e idee che danno utili avendo in odio tutto le spese pubbliche che non siano di stretta pertinenza amministrativa e, inoltre, perché ritengo che Orvieto, città dalla quale “tutto” se ne è andato, ultimo il Tribunale, debba considerare il turismo e la cultura il core business dell’economia e guadagnare soldi attraverso il grande capitale di cui disponiamo per ridistribuirli ai cittadini diminuendone la tassazione.
La mia idea fin dal primo momento fu (Concina nel suo intervento l’ha citata quando ha nominato “La Grande Tema”) la stessa che ho continuato a ripetere in tutte le salse e che qui, ancora per l’ennesima volta, torno a ripetere.
Relegare la Tema, la sua esperienza, le capacità dei suoi lavoratori al teatro Mancinelli è riduttivo, come è assolutamente sbagliato, direi ridicolo, immaginare le strutture di Orvieto ognuna depositaria di un bando, di un gestore, di un’autonoma amministrazione.
Le strutture di Orvieto: Teatro, Pozzo, Palazzo dei Congressi, Palazzo dei Sette, Carmine, Albornoz, Biblioteca, Belvedere, Chiesa di San Francesco, Torre del Moro ecc… devono essere accorpate in un’unica struttura integrata e virtuosa diretta da un unico ufficio il cui braccio operativo sia la TEMA.
Il Comune assuma un direttore e faccia una convenzione con la TEMA che anche gli avvocati che ha consultato gli hanno consigliato, è vero, di fare un bando, ma gli hanno anche detto che non c’è nessuna legge che vieta di fare una convenzione.
Tale mia strategia, più e più volte dibattuta anche su queste pagine, se ben gestita, non è affatto costosa, ma aiuterebbe notevolmente le casse del Comune e… i suoi lavoratori.