Una commedia per raccontare una storia vera, che sia anche un po’ inventata: una storia seria, che faccia anche un po’ ridere. Che parli di disabilità e lo faccia attraverso degli interpreti veramente disabili: è la scommessa da cui nasce “Ho amici in paradiso”, opera prima del regista Fabrizio Maria Cortese, prodotto dalla Golden Hour Films con Rai Cinema, in associazione con l’Opera don Guanella e DESI, in collaborazione con Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana e la Fondazione Ente dello Spettacolo.
Un appuntamento speciale quello messo nel cartellone del Festival Arte e Fede XII dal direttore Alessandro Lardani, con l’intento di far conoscere la disabilità con leggerezza e far aprire lo sguardo allo spettatore di fronte a un problema sì grave ma, al tempo stesso, se visto con occhi diversi, una grande ricchezza.
La pellicola – in proiezione al Cinema Corso di Orvieto il 14 giugno alle 20.30 – racconta infatti proprio questo: la bellezza dell’essere “diversi”, con uno spaccato sull’importanza del servizio sociale quale luogo di rinascita ai valori autentici della vita. Ma a spiegarlo ancor più sentitamente, attraverso le loro voci e le loro vite autentiche, saranno proprio loro, i ragazzi Centro di Riabilitazione della Casa S. Giuseppe Opera Don Guanella di Roma che, insieme al regista del film, Fabrizio Maria Cortese e a don Pino Venerito, direttore del centro don Guanella, prima e dopo la visione del film, saranno a disposizione del pubblico.
La trama. Felice Castriota, protagonista del film, è un commercialista salentino legato alla malavita; sembra spinto dal coraggio quando denuncia il nome del boss, per il quale ha riciclato denaro sporco, ma nella realtà è perché attratto dal facile guadagno. Pensa che dodici mesi di affidamento in prova al servizio sociale presso il don Guanella di Roma passeranno in fretta e potrà ritornare alla vita che ha sempre fatto: soldi, belle donne, divertimento… I suoi primi giorni al Centro don Guanella sono caratterizzati dal rifiuto della realtà: le persone con disabilità, che deve accudire, gli fanno schifo; poi, passo dopo passo, incomincia a farsi voler bene da loro e a rendersi consapevole della straordinaria ricchezza racchiusa in loro. Si appassiona alla loro condizione, si rende disponibile a realizzare con loro un progetto teatrale, incontra la loro amicizia. Cambia vita. Ma proprio sul più bello, quando sembra che la sua vicenda si incanali verso un lieto fine, si susseguono colpi di scena che rimescolano ulteriormente le carte e lo riportano a fare i conti con il suo passato. Saranno loro, i suoi amici disabili incontrati, conosciuti e amati al Centro don Guanella che gli salveranno la vita: in fondo, anche nella situazione di pericolo estremo di finire i suoi giorni, non si è lasciato mai travolgere dallo scoraggiamento perché sicuro: “Ho amici in paradiso”. Loro, i disabili incontrati al Don Guanella. Il film è divertente e nello stesso tempo commuove anche lo spettatore più indurito.