In merito alla serata del 26 giugno nella quale il personale dipendente dell’associazione Te.Ma ha invitato la collettività orvietana a partecipare al dibattito cittadino sull’esternalizzazione dei servizi culturali da parte dell’amministrazione comunale, il Consiglio di Amministrazione della Te.Ma, pur esprimendo vicinanza sui timori dei lavoratori, ha deciso di non prendere parte all’iniziativa in segno di rispetto e di non ingerenza nel programma preparato dagli organizzatori, inviando un contributo che, così come ci viene riferito, non è stato possibile rappresentare durante lo svolgimento dell’iniziativa.
Il documento, pubblicato in calce, vuole sottolineare la necessità e l’urgenza di lavorare insieme ad una idea di futuro che vede la cultura al centro delle politiche di sviluppo del territorio. Come è noto, il quadro economico ereditato ha origini nelle precedenti gestioni e purtroppo ha bisogno di interventi che consentano alla TeMa di onorare i debiti che gravano sul suo stato patrimoniale. E’ infatti opportuno sottolineare che non è sufficiente una gestione corrente economicamente in equilibrio, se infatti questa non genera sufficiente margine per ripianare i debiti pregressi, la TeMa dovrà sempre ricorrere a mutui finanziari per pagare tali debiti e non per sviluppare nuovi progetti.
“Solo a titolo informativo – sottolinea il Cda – è opportuno ricordare che attualmente la Tema ha due mutui attivi, il primo acceso nel 2008 (scadenza 2018 per le postergazioni deliberate anche dal consiglio comunale) ed il secondo nel 2012 ( scadenza 2021) ambedue accesi per ripianare i debiti e consentire il rilancio, anche tramite la Grande Tema. Purtroppo siamo invece ancora qui a parlare delle meravigliose e progressive sorti della cultura orvietana, e con questo quadro ereditato rimane difficile capire alcuni interventi dal palco riportati dai giornali questa mattina. Comprendiamo l’occasione politica che offre un palcoscenico, ma riteniamo che oggi sia più importante il ricorso alla responsabilità, soprattutto per il rispetto che dobbiamo alle persone che lavorano nella TeMa”.
Il documento licenziato dal Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Teatro Mancinelli
Sono ormai diversi secoli che Orvieto vive e mangia con la cultura. Il suo patrimonio artistico, monumentale e paesaggistico ha permesso, dagli etruschi in poi, la crescita di quelle capacità artistiche ed artigianali che ci hanno consegnato la città che oggi viviamo e che è meta di oltre un milione di visitatori l’anno.
Con la cultura si mangia e lo sanno gli imprenditori, i commercianti, i ristoratori, gli albergatori, gli artigiani, i professionisti, gli artisti. Tutti quelli che hanno basato i loro progetti di vita professionale su imprese che direttamente o indirettamente hanno a che fare con il mondo dell’arte, della cultura e del turismo. Quest’ultimo infatti, ne è l’effetto collaterale, quelli principali sono l’intelligenza dei cittadini e la qualità della vita della città e del territorio che abitano.
Con la cultura si mangia a patto che, come tutte le industrie e le relative imprese, esista una visione strategica di lungo periodo e modelli di gestione e funzionamento che ne garantiscono la profittabilità e la sostenibilità economica nel tempo, ovvero la capacità di mangiare e vivere di cultura. La visione lunga spetta alla politica, che ha anche il compito fondamentale di costruire processi di coinvolgimento dei giovani sui valori della convivenza democratica. Ritrovando il senso della Polis che deve educare e formare, fornendo quel nutrimento simbolico per i cittadini che saranno la classe dirigente di domani.
E questo é un vero investimento per il futuro. Un progetto é culturale se prevede il coinvolgimento collettivo, se motiva all’azione e sa creare reti. In una visione strutturale e globale che non puó essere semplice somma di eventi. I modelli gestionali efficienti spettano ai singoli soggetti che agiscono sul territorio.
Da quando il nuovo CdA dell’associazione TeMa si è insediato, a metà dello scorso mese di maggio, si è trovato ad affrontare una difficilissima situazione economica e finanziaria che sta influenzando l’operatività dell’associazione stessa. Debiti coi fornitori, debiti con l’erario, difficoltà per pagare gli stipendi ed attività ridotte al minimo sono la quotidianità che sta vivendo TeMa da ormai troppo tempo. Siamo purtroppo giunti, dopo molti anni, troppi, al punto in cui è necessario rivedere profondamente il modello di funzionamento della TeMa e la sua missione sociale. Occorre generare i margini necessari a soddisfare i creditori ed a definire una nuova stagione in cui non si deve cercare il lavoro per pagare gli stipendi, ma gli stipendi si pagano perché il lavoro c’è.
Occorre passare da un modello artigianale self-service ad uno industriale e strutturato, questa è la vera sfida, altrimenti avranno sempre ragione quelli che dicono che con la cultura non si mangia. Per comprendere meglio, abbiamo iniziato a scomporre il problema, e cercato di capire se e quanto i singoli “pezzi” fossero in grado di generare il valore aggiunto in grado di contribuire alla soluzione. Abbiamo individuato 4 potenziali ambiti operativi, quattro “pezzi” con una loro sostenibilità intrinseca, potenzialmente in grado di generare il margine auspicato.
● Il Teatro
E’ l’ambito di cui TeMa si è sempre occupata fin dalla sua nascita nel 1994, ha le competenze ed il personale altamente qualificato per gestire il Teatro Mancinelli e gli spettacoli che si tengono al suo interno. Considerato il contributo annuale del Comune per la stagione teatrale, è un ambito in sostanziale equilibrio economico.
● Il Bar del Teatro
Ambito gestito sempre mediante affidamenti esterni in concessione. Considerato che è una attività accessoria alle iniziative che si svolgono dentro al Teatro ma che allo stesso tempo può essere una fonte di ricavo in grado di assicurare il proprio equilibrio economico, è necessario che la sua gestione venga totalmente internalizzata e che si ricorra a professionalità esterne solo nei momenti di picchi di lavoro.
● Gli eventi e le manifestazioni
TeMa ha maturato nel tempo competenza ed esperienza riconosciute nell’organizzazione di eventi e manifestazioni. Purtroppo la struttura di cui si è dotata non è più compatibile con il livello di attività degli ultimi anni ed è quindi necessario che si trasformi e diventi il soggetto di riferimento per la produzione e l’organizzazione di eventi e manifestazioni su tutto il territorio dell’Area Interna Sud-Ovest Orvietana. Solo in questo modo i costi fissi della struttura potranno essere condivisi con un adeguato numero di iniziative consentendo di assicurare l’equilibrio economico dello specifico ambito, ma soprattutto garantendo al territorio uniformità operativa e unitarietà di intervento. Per avviare questo processo non basta la sola volontà di TeMa, serve la determinazione politica di tutto il territorio Orvietano.
● I servizi a valore aggiunto
TeMa ha maturato nel tempo solide competenze di marketing, comunicazione, ricerca fondi e gestione di progetti comunitari, tutte capacità di cui il territorio dell’Area Interna Sud-Ovest Orvietana ha un gran bisogno per supportare la gestione degli specifici progetti e per attivare iniziative di marketing territoriale e di coordinamento tra i singoli soggetti del territorio stesso. Anche in questo caso non basta la sola volontà di TeMa, serve la determinazione politica di tutto il territorio Orvietano.
Gli ambiti individuati sono solo un inizio del cammino da fare insieme con tutti i soggetti interessati ad una politica dedicata alla produzione di cultura nel nostro territorio, lavoratori in primis. Siamo convinti che in questo modo la cultura dia da mangiare non solo alle persone che ci lavorano direttamente, ma anche, e soprattutto, a tutti i soggetti che grazie al patrimonio artistico, culturale, ambientale e paesaggistico del nostro territorio hanno una marcia in più per le loro attività.
Con la cultura si mangia se ci organizziamo, il problema quindi non è il bando o la proroga dell’attuale convenzione tra Comune e TeMa, ma la capacità di questo territorio di dotarsi di uno strumento per la produzione strutturata di cultura. Un soggetto, non necessariamente nuovo, che nel rispetto della normativa metta questo territorio in grado di valorizzare il proprio patrimonio. Se decidiamo di mangiare con la Cultura, allora è necessario pianificare in dettaglio le azioni da fare e per farlo occorre tempo. Abbiamo sempre detto che serve almeno un anno per definire un progetto credibile di sviluppo del territorio basato sulla cultura, ed è quindi evidente che i tre mesi di proroga dell’attuale convenzione non sono sufficienti ad iniziare alcun tipo di iniziativa o attività, inclusa la prossima stagione teatrale. Oltre al tempo servono poi le risorse per pianificare la liquidazione dei debiti pregressi e la disponibilità dei lavoratori a rivedere mansioni e contratti, almeno per il periodo necessario a far ripartire la macchina. La situazione è complicata e se ne può uscire brillantemente solo se le parti interessate non si comportano come controparte di qualcun altro, solo se l’intelligenza collettiva della nostra città e del nostro territorio riesce a sposare un modello cooperativo in cui prevale l’interesse generale e superare l’indole competitiva che ci ha caratterizzato dal periodo delle lotte tra Monaldeschi e Filippeschi.