ORVIETO – Anche i sindaci dei Comuni dell’Area Interna “Sud-Ovest Orvietano”, in un documento, esprimono contrarietà alla paventata fusione per incorporazione della Cassa di Risparmio di Orvieto in Banca Popolare di Bari e fanno appello alla Fondazione CRO affinché mantenga ed eserciti le proprie prerogative, fissate dallo Statuto della CRO SpA per opporsi al progetto di fusione presentato da BpB, sia in sede di CDA della banca attraverso i propri rappresentanti sia in sede di Assemblea dei Soci a cui verrà eventualmente sottoposto il progetto di fusione per incorporazione.
Di seguito il documento Sindaci dell’Area Interna dell’Orvietano:
“Premesso che quaranta cittadini dell’Orvietano nell’anno 1852 si unirono per fondare la Cassa di Risparmio di Orvieto che, nei 165 anni a seguire, ha svolto un’opera fondamentale per lo sviluppo dei nostri territori, i Sindaci di questa stessa area territoriale che abbraccio l’Umbria, la Toscana e il Lazio in cui l’Istituto di credito orvietano opera, esprimono la loro contrarietà alla paventata fusione per incorporazione della CRO Spa i BpB, attuale socio di maggioranza, e alla conseguente estromissione del ruolo della Fondazione CRO nella governance della banca, storicamente esercitata quale veicolo di ridistribuzione sul nostro territorio di ricchezze prodotte dalla banca stessa. Ciò che preoccupa maggiormente, oltre ogni aspetto di natura storica ed affettiva, circa il paventato dissolvimento di una delle più antiche e solide aziende dell’orvietano, sono le modalità opache in cui si stanno svolgendo i processi decisionali in capo agli enti nominati e nondimeno i possibili scenari futuri.
Preoccupano in particolare:
– Il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e il ridimensionamento sul territorio dei servizi bancari finora assicurati, come appare dal nuovo Piano industriale di BpB inviato all’attenzione dei Sindacati e dell’Abi in data 22 giugno u.s. che individua cinquecento esuberi di cui alcune decine riguardanti il personale impiegato in CR SpA, nonché la soppressione di sportelli dislocati sul territorio e la loro riorganizzazione territoriale in aree provinciali.
– I termini economici e finanziari dell’operazione di fusione per incorporazione caratterizzati da un concambio azionario di tutoli il cui valore è ad oggi fissato al di fuori del mercato e pertanto suscettibile di mettere a rischio la solidità finanziaria della Fondazione CRO il cui scopo e finalità rimangono vocati allo sviluppo di questo nostro territorio.
Facciamo pertanto appello alla Fondazione CRO affinché mantenga ed eserciti le proprie prerogative, fissate dallo Statuto della CRO SpA per opporsi al progetto di fusione presentato da BpB, sia in sede di CDA della banca attraverso i propri rappresentanti sia in sede di Assemblea dei Soci a cui verrà eventualmente sottoposto il progetto di fusione per incorporazione”.